FALCO PELLEGRINO - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFALCO PELLEGRINO

NOME SCIENTIFICO: Falco peregrinus
 

Diffuso – e storicamente cacciato – praticamente in tutto il mondo, il Falco pellegrino ha attirato l’attenzione degli studiosi nel Dopoguerra, quando si cominciarono a studiare le conseguenze sulla fauna e sull’uomo del massiccio uso di pesticidi in agricoltura. Intelligente, veloce, abilissimo predatore, fin dal Medioevo è impiegato in falconeria, mentre per gli antichi Egizi era addirittura un simbolo divino, incarnazione del potente dio Horus…

Prospettive

Nell’Italia peninsulare, al 2007, nidificavano circa 535 coppie di Falco pellegrino. Un valore prossimo alla stima dell’intera popolazione nazionale di circa un decennio prima. Negli ultimi anni, la specie ha progressivamente esteso il proprio areale di nidificazione ai centri urbani, “traslando” sugli edifici l’importante funzione che per il Falco pellegrino svolgono le pareti rocciose.

Una capacità di adattamento che ha consentito alla specie di sfruttare l’ampia disponibilità di prede che può offrire un’area urbana, principalmente piccioni e altri uccelli di media o piccola taglia. Con un successo riproduttivo stimato attorno al 50% – con valori particolarmente elevati in ambito alpino – il Falco pellegrino ha ottime possibilità di sopravvivenza nel lungo periodo, anche considerando le stime più prudenti sulla popolazione, ossia un migliaio di coppie nidificanti, e anche abbassando al 43% il successo riproduttivo.

Per questo il Valore di Riferimento Favorevole (FRV) può essere fissato in circa 1.500 coppie, pari alla stima massima della popolazione nazionale attuale. Utile, in ogni caso, una diversificazione per regioni biogeografiche, considerando una popolazione alpina pari a 500 coppie, una peninsulare pari a circa 350, quindi 250 e 200 coppie rispettivamente in Sicilia e Sardegna. Tutte queste popolazioni hanno ottime possibilità di sopravvivenza nel lungo periodo, anche considerando i valori più sfavorevoli in termini di mortalità e successo riproduttivo.

Perché questo scenario confortante per il Falco pellegrino sia mantenuto anche nei prossimi anni, è comunque importante sostenere popolazioni vitali anche in aree dove la specie risulta particolarmente sotto pressione, con particolare riferimento alla necessità di limitare il disturbo ai siti riproduttivi. Pur essendo il fenomeno estremamente più contenuto rispetto al passato, è ugualmente importante tenere sotto controllo il livello di composti chimici dispersi nell’ambiente, potenzialmente pericolosi per questi come per altri predatori che occupano i gradini più alti della “piramide” alimentare.