FRATINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFRATINO

NOME SCIENTIFICO: Charadrius alexandrinus
 

Questo piccolissimo trampoliere è in realtà l’emblema dello stato di conservazione delle nostre spiagge. Lo si può scorgere mentre corre velocemente tra le dune e la battigia, con il ventre bianco che fa da contrasto a un piumaggio altrimenti grigio e particolarmente mimetico per gli ambienti sabbiosi prediletti da questo uccello. Un simbolo che serve a ricordare a tutti quanto la spiaggia non sia solo un luogo di vacanza o di relax ma anche un ecosistema molto complesso e dall’equilibrio altrettanto delicato…

 

Ordine: Charadriiformes   Famiglia: Charadriidae

Difficile da confondere con altre specie, con quel corpo raccolto e le lunghe zampe esili che ne fanno tra i più piccoli limicoli nidificanti in Italia. In realtà, il Fratino è un uccello tendenzialmente cosmopolita, essendo presente dall’Europa all’Asia, dall’Africa all’India, con altre cinque sottospecie presenti negli altri continenti.

Il Fratino vive e nidifica sulle nostre spiagge, praticamente lungo l’intero perimetro della penisola Italiana, più Sicilia e Sardegna. Il colore degli adulti – grigi sul dorso – rende questa specie difficile da distinguere dalla sabbia, sulla quale costruisce il nido. Gli esemplari più giovani, poi, sono privi di quelle macchie più scure che rendono gli adulti meglio visibili, con il risultato di confondersi ancora meglio tra le dune e la battigia.

L’alimentazione del Fratino è costituita prevalentemente da insetti, che l’uccello raccoglie direttamente al suolo o scavando piccole buche sulla sabbia. Durante l’inverno il Fratino si muove tipicamente in gruppo, mentre durante il periodo della nidificazione assume un comportamento più solitario e quasi aggressivo, specialmente i maschi, pronti a difendere il nido dai potenziali intrusi.

Costruito sulla sabbia ma non lontano dall’acqua, il nido del Fratino viene di solito riempito con tre uova, covate per un mese circa. Da rilevare l’abitudine “nidifuga” dei piccoli, che si allontanano dal nido poco dopo la nascita, diventando facilmente attaccabili dai predatori. La sua presenza, in ogni caso, è un buon indice dello stato di salute dell’intero ecosistema costiero: ogni qualvolta c’è il nido del Fratino significa, insomma, che si tratta di una spiaggia correttamente tutelata e conservata.

Prospettive

Localmente piuttosto conosciuta e monitorata, la specie non è stata ancora studiata in modo approfondito per quanto riguarda il successo riproduttivo. Ciononostante, è possibile proporre un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per le cinque principali popolazioni nidificanti sul territorio nazionale, ossia quella nord-adriatica (Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche), quella meridionale (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata Calabria), quella tirrenica (Toscana, Lazio, Campania) quella siciliana e, infine, sarda.

Considerando una mortalità media del 42% e un’età massima che non supera i 10 anni, nonché una produttività pari a 2,3 individui per coppia di successo, è possibile individuare una Minima Popolazione Vitale (MVP) in circa 1.000 individui, pari a circa 500 coppie. Questo livello è da intendersi come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per ognuna delle cinque popolazioni individuate.

Tutte le principali macro-popolazioni della specie risultano attualmente al di sotto di questo valore, e quindi particolarmente vulnerabili anche a singoli eventi negativi quale un ulteriore peggioramento delle condizioni degli habitat o un locale aumento del numero di predatori. È quindi importante riportare le principali sub-popolazioni almeno al di sopra delle 300 coppie, il che consentirebbe buone prospettive di sopravvivenza a lungo termine almeno in assenza di significative variazioni dei parametri demografici e riproduttivi.

Nel caso del Fratino, risulta quindi importante non solo tutelare nel migliore dei modi i principali siti riproduttivi, ma anche ampliare ulteriormente quegli interventi di recupero dell’“ecologia dei litorali” tali da rendere più frequenti eventuali ricolonizzazioni. Il tutto adoperandosi per mantenere idonei gli ambienti attualmente frequentati, limitando al minimo la pressione esercitata dalle attività umane, compreso il turismo.

Minacce

Il contingente nidificante, in generale decremento – localmente anche molto marcato – soffre particolarmente dell’elevato disturbo antropico a cui sono soggette la maggior parte delle nostre spiagge. Un caso emblematico è il litorale veneto, tra Rovigo e Venezia, dove le coppie censite sono confinate in alcune aree soggette a ripascimento, mentre i siti storici sono qui molto meno utilizzati dal Fratino, proprio a causa dell’elevato disturbo da parte dell’uomo.

Abbastanza stabile nell’Alto Adriatico – stimate 300 coppie suddivise in 37 colonie –  la popolazione di Fratino risulta invece in più sensibile decremento man mano che ci si sposta più a sud, nel Lazio, con non più di 30 coppie nidificanti su quasi 300 km di costa, e soprattutto in Sardegna, che ospita ben il 75% della popolazione svernante e alcuni tra i principali siti di presenza della popolazione nidificante, dove si evidenzia una tendenza negativa. Stessa situazione nel Trapanese, in Sicilia, mentre anche in queste aree le popolazioni appaiono stabili o in lieve incremento soprattutto laddove sono stati portati a termine interventi di ripristino delle spiagge.

In linea generale, il Fratino in Italia appare minacciato dal disturbo da parte dell’uomo agli habitat costieri. Il turismo balneare spesso comporta la fuga di queste specie, nel migliore dei casi, più spesso è anche causa di distruzione dei nidi. Il degrado e la perdita dell’habitat costiero è stato poi favorito dall’inquinamento, dalle bonifiche, dall’urbanizzazione, dal ridotto apporto idrico.

Resta il fatto che le spiagge “integre” in Italia sono sempre meno, e non è un caso se ai siti storici di presenza la popolazione residua di Fratino tenda a preferire oramai quelle poche aree dove sono stati portati a termine con successo progetti di ripristino come nell’Oasi LIPU di Cà Roman nel veneziano. 

Stato di salute

In Italia sono tra 1.400 e 2.000 le coppie censite di questo piccolo trampoliere, pari all’11-13% della popolazione comunitaria complessiva. Una frazione piuttosto significativa della popolazione comunitaria e globale della specie, pari rispettivamente all’11-13% e al 6% del totale.

A livello nazionale, si registra purtroppo un importante decremento tra il 1990 e il 2000, declino che ha riguardato anche l’intera popolazione europea, a seguito di un ventennio di relativa stabilità. Attualmente, la popolazione nell’Ue ammonta a 11-18mila coppie, pari a circa la metà di quella continentale complessiva, che potrebbe raggiungere le 35mila coppie.

Protetta dalla Direttiva Uccelli ma considerata a basso rischio dalla Lista Rossa Nazionale, la specie nidifica lungo l’intero perimetro della penisola italiana, oltre alle due isole maggiori. Presente soprattutto su spiagge e saline, e distribuita in modo abbastanza omogeneo sul territorio nazionale, la popolazione di Fratino è però localizzata in un numero di siti relativamente ristretto.

A spiegare il moderato declino occorso negli anni Novanta, e più ancora tra il 1998 e il 2003, è la sofferenza delle popolazioni in alcuni tra i siti numericamente più importanti, Margherita di Savoia, Cagliari, Porto Pino, Trapanese. Un declino compensato solo parzialmente dalla occasionale comparsa di individui presso altri siti, mentre altre aree importanti – come l’Oristanese in Sardegna – non sono connotate da un trend negativo in assoluto ma restituiscono notevoli oscillazioni della popolazione con andamento solo in apparenza ciclico.

Tendenzialmente stabile è invece la popolazione svernante, anche se a preoccupare è più che altro la sofferenza in cui versano le maggiori popolazioni nidificanti, peraltro in habitat che in linea di principio potrebbero ospitare una popolazione molto più ampia di questa specie. Tutti fattori che lasciano presagire un decremento molto più importante, che probabilmente coinvolgerà la specie nei prossimi anni.

Semaforo

In generale decremento, non compensato da locali incrementi, l’attuale stato di conservazione del Fratino nel nostro Paese appare cattivo. Tra le cause, la prima è sicuramente la forte pressione a cui sono sottoposti gli ambienti costieri in cui questo uccello vive e nidifica. Il disturbo da parte dell’uomo – dal turismo all’urbanizzazione – più vari fattori di degrado dell’habitat che vanno dall’inquinamento al ridotto apporto idrico costituiscono gravi fattori di minaccia per la specie, le cui principali sub-popolazioni sono quasi sicuramente al di sotto del Valore di Riferimento Favorevole.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* probabilmente in regresso inadeguato 
Popolazione in calo, soggetta a fluttuazione cattivo
Habitat della specie in calo/degrado in diverse aree inadeguato
Complessivo   cattivo

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Particolarmente aggressivo quando si avvicinano al nido specie intruse – specialmente i maschi sono particolarmente “coraggiosi” quando si tratta di difendere la nidiata – il Fratino emette un canto particolarmente complesso e variegato, composto da più toni e gorgheggi alternati per durata e tonalità. Non è raro udirlo tra le dune, in primavera, intento ad allevare la propria nidiata, quando le spiagge non sono ancora affollate di turisti, una delle cause principali di disturbo per questa specie.