FRINGUELLO ALPINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliFRINGUELLO ALPINO

NOME SCIENTIFICO: Montifringilla nivalis
 

Il Fringuello alpino è una specie molto socievole: si muove infatti in stormi formati da alcune decine fino a un massimo di 300 individui. Stormi consistenti possono essere osservati, solo nelle  regioni alpine – o alcuni settori appenninici – che ospitano le densità maggiori della specie. Nidifica ad alta quota, ove si trattiene anche durante la stagione fredda, spostandosi a valle solo occasionalmente per cercare cibo anche nei pressi di baite e villaggi. Anche durante il periodo riproduttivo le coppie mantengono abitudini sociali, nidificando spesso in gruppo, talvolta isolate…

Minacce

La popolazione italiana – seconda per importanza, in Europa, solo alla popolazione turca – mostra trend orientato alla stabilità. Tuttavia, per le sue caratteristiche ecologiche, il Fringuello alpino figura tra le specie potenzialmente più minacciate dal riscaldamento globale.

A scala biogeografica, è stata osservata una spiccata preferenza della specie per valichi, aree rocciose e praterie d’altitudine quasi sempre al di sopra del limite della vegetazione arborea. Qualche centinaio gli individui censiti tra Umbria e Lazio, mentre l’Abruzzo vede la presenza della specie sulla gran parte dei massicci montuosi (dal Gran Sasso, ove sono stimate 200-300 coppie, ai Monti della Laga, ove sono stati censiti 650 individui in un’area di quasi 10.000 ettari compresa tra i 1.700 e i 2.600 metri di quota. È presente anche in Molise con meno di un migliaio di coppie, concentrate sulle Mainarde.

In Appennino, in primavera e in estate, il Fringuello alpino tende a reperire prede al bordo dei nevai residui. Qui, come sulle Alpi, l’eccessiva frequentazione delle aree sommitali da parte dell’uomo – con conseguente distruzione o degrado della copertura erbosa – potrebbe tendere a ridurre le risorse trofiche che, specialmente in periodo riproduttivo, possono essere concentrate in aree molto limitate. Allo stesso tempo, la presenza di formazioni di origine antropica quali manufatti, case, ecc. può talora favorire la nidificazione della specie e contribuire ad accrescere la disponibilità di cibo durante la stagione più fredda.

Non è disponibile, ad oggi, alcuna informazione sui fattori influenzanti il successo riproduttivo della specie. Mancano inoltre serie storiche sufficientemente ampie per confrontare i trend di popolazione sul lungo periodo e specialmente relative ai fattori micro-climatici e ambientali che possono influenzare l’esito della riproduzione.