FRINGUELLO ALPINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliFRINGUELLO ALPINO

NOME SCIENTIFICO: Montifringilla nivalis
 

Il Fringuello alpino è una specie molto socievole: si muove infatti in stormi formati da alcune decine fino a un massimo di 300 individui. Stormi consistenti possono essere osservati, solo nelle  regioni alpine – o alcuni settori appenninici – che ospitano le densità maggiori della specie. Nidifica ad alta quota, ove si trattiene anche durante la stagione fredda, spostandosi a valle solo occasionalmente per cercare cibo anche nei pressi di baite e villaggi. Anche durante il periodo riproduttivo le coppie mantengono abitudini sociali, nidificando spesso in gruppo, talvolta isolate…

Prospettive

La maggior parte delle informazioni raccolte sulla specie fa riferimento a studi locali, prevalentemente condotti in Abruzzo. Qui come altrove sarebbe pertanto auspicabile l’avvio di indagini mirate, tali da consentire un incremento delle conoscenze sull’ecologia e le dinamiche di popolazione di questa specie dal trend stabile ma – potenzialmente – molto esposta alle modificazioni degli ambienti d’alta quota ove vive e nidifica.

Sulla base delle conoscenze disponibili, non è possibile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie. Questo stante, da un lato, la mancanza di dati essenziali per impostare analisi di population modelling  sulla popolazione appenninica, nonché, dall’altro, vista la consistenza superiore alle 2.500 coppie – associata alla colonialità della specie – della popolazione alpina.

In attesa di studi più approfonditi che consentano di definire nel dettaglio i fattori chiave per la sua conservazione, è utile sottolineare la necessità di mantenere il più possibile integri gli ambienti – e anche i micro-ambienti come i margini dei nevai e le praterie d’alta quota – essenziali per la nidificazione e l’alimentazione della specie. Del pari importante è la tutela di quelle formazioni – anche di origine antropica – capaci di favorirla durante la fase riproduttiva.

Da rilevare infine che, pur non essendo possibile formulare indicazioni specifiche per la conservazione della specie né valutarne il reale stato di salute, la popolazione appenninica appare in linea di principio più vulnerabile: sia per il suo spiccato isolamento, sia per gli effetti del riscaldamento climatico che risultano qui particolarmente evidenti ed impattanti.