LUÌ BIANCO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliLUÌ BIANCO

NOME SCIENTIFICO: Phylloscopus bonelli
 

Dall’inconfondibile stria bianca sopra gli occhi, il Luì bianco è una specie schiva e diffidente. Deve il proprio nome al canto, un trillo prolungato e monotono che si fa più vario in caso di pericolo o quando viene usato come mezzo di “contatto” con altri simili. Tipica è l’abitudine di costruire il nido sul terreno, solitamente vicino ad alberi o, meglio, cespugli. Grande migratore – di solito lo si avvista alle nostre latitudini tra i mesi di aprile e maggio – è prevalentemente insettivoro, ma non disdegna integrare la propria dieta con piccoli frutti selvatici, soprattutto al di fuori del periodo riproduttivo…

Prospettive

Stante la mancanza di informazioni sufficienti su ecologia, biologia riproduttiva e dinamiche di popolazione, è comunque possibile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) basato sui valori di densità noti. Da questo punto di vista, si può ritenere ottimale per la specie una densità a scala locale pari a 10 coppie per 10 ettari. Tuttavia, tale valore può essere raggiunto – e talvolta superato – solo in contesti particolarmente idonei; per le altre aree, un valore di 5 coppie può quindi essere ritenuto soddisfacente. Le informazioni a disposizione non consentono invece di formulare un FRV a scala di comprensorio.

Nel complesso, il Luì bianco appare in declino in alcune regioni, stabile in altre. Fatta salva la necessità di realizzare indagini mirate sull’esatta consistenza delle popolazioni, in nessun caso, negli ultimi anni, si sono registrati aumenti consistenti, mentre il decremento a livello nazionale della popolazione complessiva potrebbe non superare la soglia del 10%.

Allo stesso tempo, l’areale di presenza della specie non sembra aver subito modifiche sostanziali negli ultimi 20-30 anni. Anche l’habitat del Luì bianco può essere considerato tendenzialmente stabile, poiché le perdite dovute all’evoluzione dei boschi giovani o radi in consorzi più fitti e maturi è verosimilmente compensata dalla continua espansione dei boschi di neoformazione in aree abbandonate.

Specie ben adattata a vivere in boschi poco strutturati e luminosi, può trarre vantaggio da interventi di diradamento degli alberi, a patto che questi non compromettano gli strati inferiori della vegetazione. Tali interventi dovrebbero comunque essere condotti in modo tale da essere compatibili con le esigenze delle specie – ornitiche e non – che prediligono ambienti forestali più densi e strutturati.

Potenzialmente importanti per la conservazione della specie sono infine le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione per e da i quartieri riproduttivi. Tuttavia, mancano al momento dati sufficienti per valutare l’impatto di tali fattori sui contingenti nidificanti.