LUÌ PICCOLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliLUÌ PICCOLO

NOME SCIENTIFICO: Phylloscopus collybita
 

Suo ambiente preferito a livello riproduttivo è il bosco, più in generale, quello di faggeta. È sempre in movimento, motivo per cui non è molto agevole da osservare o fotografare, ed è facile confonderlo con altre specie tipiche di questi ambienti, su tutte le cannaiole e i canapini. Per nulla gregario, il Luì piccolo è una specie particolarmente schiva e, spesso, non emette alcun suono. Quando rompe il silenzio, risuona nell’aria umida di palude un flebile richiamo…

Minacce

Popolazioni abbondanti e notevole capacità di adattamento caratterizzano questa specie, che non è soggetta, attualmente, a particolari fattori di pressione. Spesso le fluttuazioni anche notevoli riscontrate a livello locale dipendono infatti dalla distruzione, alterazione o cattiva gestione di specifici ambienti.

Particolarmente soggette al rischio di modifiche ambientali impattanti sull’esito della riproduzione sono le coppie localizzate in aree golenali o in boschetti e arbusteti situati lungo corpi idrici. In questi contesti è infatti più probabile, per la specie, incorrere in interventi di rimozione o contenimento della vegetazione idonea, con conseguente distruzione di habitat o perdita delle covate.

Uno scenario confermato dai rilevamenti effettuati a scala biogeografica, con decremento marcato nelle aree golenali della Pianura padana e in Romagna. Più stabile altrove (ad esempio in Sicilia) vede fluttuazioni consistenti anche in Lombardia, con una tendenza generale al decremento, e in Toscana, dove all’aumento registrato nelle Foreste Casentinesi si accompagna la contrazione osservata nel comune di Firenze.

Rispetto al successo riproduttivo, gli studi evidenziano, per la Svizzera, una sopravvivenza di circa il 44% dei pulcini nati, mentre sulle Alpi bresciane si registrano 3 giovani involati per ogni nido di successo. Mancano in ogni caso informazioni specifiche e puntuali sui fattori influenzanti l’esito della riproduzione.