LUÌ VERDE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliLUÌ VERDE

NOME SCIENTIFICO: Phylloscopus sibilatrix
 

Il Luì verde mostra un comportamento schivo, ma allo stesso tempo, si tratta di una specie particolarmente attiva, in continuo e costante movimento, cosa che ne rende ancor più difficoltosa l’osservazione. Anche durante le migrazioni, è difficile entrarvi in contatto per la sua abitudine di rimanere nascosto nel folto degli alberi, spesso nella parte sommitale. Due gli elementi che permettono comunque di riconoscerlo: il canto, assolutamente inconfondibile – anche se viene emesso raramente – e la coda corta, utile anche per distinguerlo dagli altri luì.

Prospettive

Considerando i valori di densità noti, si può ipotizzare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie pari a 3 coppie per 10 ettari a livello locale. Insufficienti sono invece le conoscenze per permettere la formulazione di un FRV su scala più ampia.

Lo stato di conservazione del Luì verde in Italia appare infatti difficilmente valutabile. Il trend di popolazione, in particolare, è poco conosciuto, se si eccettuano evidenze di fluttuazioni o decrementi locali.

Anche le informazioni a scala biogeografica sono frammentarie e non restituiscono evidenze sufficienti in termini di trend. In Piemonte-Valle D’Aosta, ad esempio, sono stimate 500-2.000 coppie tra il 1980 e il 2000, solo 250-500 in Lombardia nel 2007, ma con trend sconosciuto. Presenza accertata – con poche centinaia di coppie – anche in provincia di Trento, ma con diffusione e distribuzione non omogenea, così come nel Vicentino. Pure nell’Italia centrale l’effettivo stato di conservazione della specie è difficilmente valutabile (la popolazione toscana, ad esempio, pari a 200-1.000 coppie ad inizio anni ’90, è ancora poco conosciuta a livello di areale, e con tutta probabilità sottostimata).

In linea del tutto generale, appare importante mantenere condizioni idonee alla specie negli ambienti forestali, evitando attività silvicolturali incompatibili specialmente in periodo riproduttivo. Potenzialmente importanti per la conservazione della specie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione da e per i quartieri riproduttivi, i cui effetti sui contingenti nidificanti sono tuttavia ancora sconosciuti.