MIGNATTINO PIOMBATO - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliMIGNATTINO PIOMBATO

NOME SCIENTIFICO: Chlidonias hybrida
 

Più grande dei “cugini” Mignattino e Mignattino alibianche, la specie deve il proprio nome al particolare piumaggio, dove risalta il ciuffo nero di piume sul capo a cui fanno da contrasto guance e collo bianchi. Bianche pure le penne del volo, con la punta delle ali grigiastra, così come ventre e coda. Il Mignattino piombato giunge in Italia all’inizio di aprile, dopo aver trascorso l’inverno nella lontana Africa occidentale. Paludi, lagune, casse di colmata sono il suo habitat preferito. E l’Emilia-Romagna la terra prediletta in cui questo uccello ha scelto di nidificare…

Minacce

Rispetto alle esigenze ecologiche della specie, risulta piuttosto stretto il rapporto tra la presenza di colonie e la formazione di ninfee (della specie Nymphaea alba ). Un legame tanto più evidente nel caso di Valle Mandriole, dove l’intera popolazione – così come in passato gran parte dei nidi – si trovavano disposti direttamente sulle ninfee. Altri tipi di vegetazione acquatica come il Ceratophyllum  sono il “letto” ideale scelto dalla specie nelle zone umide modenesi, recentemente colonizzate.

Come è facile intuire, il problema principale per il Mignattino piombato è l’estrema vulnerabilità dell’habitat di nidificazione. Anche la naturale evoluzione di queste zone umide può rendere i siti non idonei per costruire il nido. Locali aumenti di predatori, e più in generale un’elevatissima sensibilità al disturbo arrecato dalle attività umane, spiegano molto probabilmente il vistoso declino che ha coinvolto diverse colonie, con estinzioni locali a cui solo in alcuni casi – e mai nelle stesse proporzioni – è seguita una ricolonizzazione.

Isole di lamineto piccole e circondate da acqua libera sembrano essere l’habitat ideale per questa specie, che si trova in duplice difficoltà sia a causa delle variazioni subite dall’habitat – siano esse o meno di origine antropica – sia da una situazione non ottimale riscontrata nei siti di svernamento. Localmente l’aumento della Nutria (come a valle Campotto), ha causato un notevole impatto sulle colonie, riducendone drasticamente l’entità o causando un abbandono – non sempre temporaneo – dei siti storici di nidificazione.

Come altre specie coloniali, il Mignattino piombato si dimostra dunque molto sensibile sia agli episodi di disturbo alle colonie sia all’alterazione fisica-strutturale dei siti. È certamente questa la minaccia principale che pesa sul destino della specie, nonostante le aree considerate siano state poste nella maggior parte dei casi sotto tutela e quindi, in linea di principio, il disturbo antropico non rappresenti attualmente la principale causa del decremento osservato.