OCCHIONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliOCCHIONE

NOME SCIENTIFICO: Burhinus oedicnemus
 

Altrove noto con il nome di Stone curlew – “chiurlo delle pietre”, data la sua abitudine di nidificare tra un masso e l’altro – l’Occhione deve il proprio buffo nome ai grandi occhi che lo rendono inconfondibile e sono un chiaro indice delle abitudini crepuscolari e notturne di questa specie. Niente affatto timido nei confronti dell’uomo, teme piuttosto i predatori, da cui si difende alla perfezione proprio grazie al grande occhio, donato dalla natura per vedere quando gli altri non vedono, per volare quando altri uccelli sono costretti a restar nel nido…

Stato di salute

Specie classificata come “vulnerabile” in tuta Europa, l’Occhione ha conosciuto un largo declino durante tutto il Novecento, soprattutto nella porzione centrale e settentrionale dell’areale. Un decremento significativo e duraturo che non si è arrestato nemmeno negli ultimi anni del Novecento, a differenza di quanto avvenuto per altre specie protette.

Attualmente, la popolazione europea è stimata in 39-60mila copie, pari a oltre tre quarti della popolazione europea complessiva, compresa tra le 46mila e le 78mila coppie, e a una frazione compresa tra un quarto e la metà della popolazione globale della specie. In Italia è stata accertata la presenza di 800-1.200 coppie, con un andamento coerente rispetto al resto d’Europa, ossia in significativo declino nell’ultima decade del secolo scorso.

Pari al 2% della popolazione comunitaria e a una percentuale praticamente analoga della popolazione continentale complessiva, la popolazione italiana di Occhione è poco studiata, così come poco conosciuto è il relativo trend demografico e di areale. Non molte le informazioni anche sul contingente svernante, anche se è stata accertata la presenza di alcuni individui in Pianura Padana (17, per l’esattezza, sul greto del Fiume Taro, nel Parmense), oltre a 26 individui censiti in Toscana, 11 in Sardegna, più altri esemplari localizzati lungo il resto della penisola (in totale 72 individui censiti in 7 siti totali).

Piuttosto sconfortante il trend di popolazione che si registra nelle principali aree di presenza: in Puglia, Lombardia e Piemonte il decremento perdura dagli anni Sessanta. Particolarmente critica la situazione in nell’Italia nord-occidentale, con non più di 17-30 coppie complessive censite tra Piemonte e Lombardia, e la stima sull’intera popolazione nidificante nel centro-nord Italia che non supera attualmente le 100-150 coppie. Più abbondante il contingente “isolano”, 500-1000 coppie stimate in Sardegna, 200 in Sicilia, mentre nel resto dell’Italia nidificano poche decine di coppie suddivise tra Emilia-Romagna, Toscana e Puglia.