ORCO MARINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliORCO MARINO

NOME SCIENTIFICO: Melanitta fusca
 
Semaforo N.C.

Il becco dalla forma originale e il colore scuro accomunano i maschi della specie ai “cugini” del congenere Orchetto marino. L’Orco marino se ne distingue tuttavia per le macchie bianche sulle ali e ai lati della testa. Diffuso in tutta l’area che va dall’Europa alla Siberia, può essere osservato in vaste e fredde zone della Russia siberiana, dove sosta per la nidificazione. Durante il periodo di svernamento, preferisce acque marine poco profonde, ricche di “benthos”, ossia i piccoli organismi acquatici, di cui la specie è ghiotta, che vivono a contatto con i fondali...

Prospettive

Molto simile all’Orchetto marino, l’Orco marino è tuttavia una specie meno rara del suo congenere. Per l’Italia, che costituisce il limite geografico meridionale dell’areale di regolare presenza invernale, sarebbe opportuno accrescere le misure di tutela e le azioni di monitoraggio nei principali siti di presenza.

Occorre considerare come alcuni tratti marini potrebbero essere utilizzati dalla specie come rifugio, in caso di situazioni di crisi ambientali in altri luoghi. Per questo le misure di tutela vigenti nelle principali zone umide costiere andrebbero estese alle aree marine più importanti per questa ed altre specie di uccelli. La presenza e l’abbondanza della specie in Italia sono poi influenzate da molteplici fattori, tra cui le condizioni climatiche riscontrate nei quartieri di svernamento più settentrionali. A questo proposito, sono essenziali azioni di studio e monitoraggio sul trend e sullo stato di salute delle popolazioni svernanti.

Proprio lungo i tratti costieri frequentati con regolarità dalla specie, in modo particolare lungo i tratti settentrionali di mare Adriatico e Versilia, sarebbe opportuno istituire Zone di Protezione Speciali marine nei punti effettivamente più frequentati dalla specie, ora più conosciuti rispetto al passato. Un intervento auspicabile potrebbe ad esempio essere quello già adottato a favore dell’Orchetto marino nel Regno Unito, cioè un Piano d’azione per la Biodiversità. Tale intervento potrebbe essere supportato dal fatto che l’Italia costituisce il limite geografico meridionale dell’areale di regolare presenza della specie, giocando quindi un ruolo strategico per la sua conservazione.

Importante per il futuro della specie sono, a livello europeo, gli impegni sottoscritti nell’Agreement on the Conservation of African-Eurasian Migratory Waterbirds  (AEWA), un documento che prevede azioni di conservazione mirate per gli uccelli acquatici migratori particolarmente a rischio presenti in Africa ed Eurasia.