PASSERA D'ITALIA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliPASSERA D'ITALIA

NOME SCIENTIFICO: Passer italiae
 

È il tipico “passerotto” che vediamo in città, ed è in assoluto la specie più nota e quella che ha saputo meglio sfruttare a proprio vantaggio, almeno storicamente, la presenza dell’uomo. Vive, infatti, ovunque: nei casolari, nei palazzi in città o in campagna, indifferentemente. Si adatta meglio di qualunque altra specie agli ambienti più diversi. La Passera d’Italia è una specie strettamente sociale: la sua vita si svolge all’interno di colonie numerosissime, pascola in gruppo, nidifica in gruppo, dorme in gruppo, in ogni circostanza e in tutte le stagioni dell’anno. Rispetto al comportamento molto confidente con l’uomo mostrato in ambiente urbano, in campagna è invece estremamente sospettosa, e ben raramente si lascia avvicinare…

Prospettive

La specie è stata studiata anche in modo approfondito, se pure quasi sempre a livello locale. Mancano infatti studi su larga scala, condotti su serie storiche sufficientemente ampie, finalizzati a individuare i fattori responsabili del declino della specie. Questo aspetto rappresenta probabilmente uno dei principali ostacoli alla formulazione di corrette indicazioni per la sua conservazione, a causa della non esatta conoscenza dei fattori che possono influenzarne densità, sopravvivenza e successo riproduttivo.

Sulla base delle conoscenze disponibili, si può comunque proporre un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) pari a 12 coppie per 10 ettari a scala locale e a 200 coppie per kmq a scala di comprensorio. Naturalmente questi valori basati sulla densità sono significativi solo qualora applicati a contesti in cui la specie mostra una distribuzione più o meno omogenea, con coppie sparse, mentre non possono essere utilizzati per le situazioni in cui la specie nidifica principalmente in colonie (ad esempio in cascine o “torri passeraie”, dove possono riscontrarsi notevoli concentrazioni di coppie nidificanti).

Per assicurare un futuro alla specie bisogna in ogni caso favorirne la presenza mantenendo condizioni idonee alla riproduzione nei siti ospitanti coppie nidificanti (a cominciare appunto dalle cascine, torri passeraie, ecc), rendendo eventuali interventi di ristrutturazione compatibili con le sue esigenze ecologiche. Le stesse problematiche riscontrate nelle parti più antiche dei centri urbani sono probabilmente da mettere in relazione con gli interventi di ristrutturazione degli edifici condotti in modo massiccio anche in periodo riproduttivo.

Da rilevare infine come gli interventi di caccia in deroga, consentiti in diverse regioni italiane, negli ultimi anni si sono dimostrati non più compatibili – a fronte dei declini riscontrati – con la conservazione della specie nel nostro Paese.