PASSERA SCOPAIOLA
NOME SCIENTIFICO: Prunella modularisHedge sparrow, “passero delle siepi”, rende forse più giustizia a questo timido e riservato abitante di boschi siepi e arbusti, nei quali ama celarsi, svelando la propria presenza solo attraverso un morbido frullìo di ali o un timido richiamo. Il nome italiano, Passera scopaiola, arriva invece dai cespugli di erica scoparia tanto amati per costruirvi, ben nascosto, il nido. É al giungere della stagione degli amori che la Prunella modularis attira su di sé le attenzioni degli etologi. Preoccupata e attenta alla futura prole, la femmina accetta le attenzioni di più maschi, solitamente due, in una sola stagione. I giovani nati avranno così tre genitori che contribuiscono tutti insieme ad allevarli, e i due papà faranno a gara per procurare loro larve di coleotteri, di cui vanno ghiotti….
Ordine: Passeriformes Famiglia: Prunellidae
La Passera scopaiola, con i suoi 14 centimetri di lunghezza, presenta dimensioni simili a quelle del Pettirosso. Deve il proprio nome italiano all’abitudine di nidificare vicino a piante di erica, in modo particolare di Erica scoparia , utilizzata da tempi antichissimi per fabbricare scope e ramazze, legandone insieme le fascine.
Il piumaggio di questo passeriforme è una combinazione di tinte grigie e brune: sul groppone spiccano macchie più scure. Somiglia a un piccolo Passero, con la parte inferiore del corpo rigata e la sua forma caratteristica. Il becco è sottile e punteggiato, mentre le zampe sono di colore bruno rosato. Tra maschi e femmine della specie non ci sono particolari differenze cromatiche.
La dieta della Passera scopaiola è costituita di insetti, soprattutto piccoli coleotteri, e delle loro larve, oppure di semi. È una specie largamente diffusa in tutta l’Europa, dalle regioni artiche sino alla regione mediterranea e arabica. Sverna nei Paesi mediterranei: dalla Spagna all’Anatolia, dal bacino del Mare Mediterraneo all’Africa settentrionale. La specie mostra una buona capacità di adattamento ad ambienti molto differenti. Gli individui svernanti osservati in Italia provengono soprattutto da nord-est, in particolare dai Paesi baltici – tra cui spicca la Finlandia – e dai Paesi dell’Europa centro-orientale, su tutti la Repubblica Ceca. Anche aree confinanti con l’Italia, come Austria e Slovenia, rappresentano un importante bacino di provenienza.
La Passera scopaiola nidifica nei boschi, tra cui predilige le conifere. Regione alpina e prealpina della Lombardia, territori del Varesotto e nella provincia di Brescia, Passo dello Stelvio e l’area più meridionale dell’Appennino pavese sono i territori principali in cui nidifica, dai 1.000 ai 1.600 metri di quota. Alla costruzione del nido viene dedicata una cura particolare: preparato direttamente sul terreno o comunque ad altezza limitata, il nido è spesso riparato da un cespuglio con un intreccio di rametti, erbe e piccole radici, presentandosi come una morbida coppa rivestita di muschio. Qui vengono deposte dalle 4 alle 6 uova, di colore verde-azzurro, covate per circa due settimane.
Gli ambienti frequentati dalla Passera scopaiola sono vari e diversificati. Nonostante la si possa a volte ritrovare in parchi e giardini, preferisce nascondersi tra cespugli e siepi. Di indole schiva e riservata, ama starsene al riparo nel folto della vegetazione, incedendo con balzelli trascinati e furtivi, spesso frullando nervosamente le piccole ali. Nel complesso, predilige gli ambienti montani, specialmente zone a margine dei boschi o boschi stessi, in cui nidifica. In particolare, la specie predilige radure di peccete pure o miste, sia naturali sia di impianto artificiale anche recente, ma è possibile trovarla anche nelle fasce di arbusti poste in prossimità del limite superiore della vegetazione d’alto fusto, soprattutto in quelle costituite da pino mugo, e nelle zone con cespugli quali ginepro nano, cespugli di erica e rododendri, che invadono i pascoli degradati su versanti caldi.
Il particolare, è il comportamento della Prunella modularis durante la fase riproduttiva ad avere attirato l’attenzione degli etologi: contrariamente alla maggioranza degli uccelli, che sono monogame, la Passera scopaiola appartiene a quel 2% che predilige la “poliandria”. La femmina della specie, infatti, è solita accettare il corteggiamento e accoppiarsi con più maschi in una sola stagione. Un comportamento che si presta a diverse spiegazioni: mentre il maschio cerca di assicurarsi la paternità dei pulcini, eliminando potenziali rivali, la femmina, dal canto suo, accetta più corteggiatori per assicurare ai futuri pulcini un adeguato rifornimento di cibo, a cui provvederanno entrambi i maschi con cui si è accoppiata, i quali, non essendo certi della paternità biologica, li alleveranno in ogni caso come se fossero i propri, accantonando la precedente rivalità.
Anche in virtù della sua capacità di adattamento, le possibilità di persistenza della specie nel nostro Paese appaiono, in prospettiva, molto buone. Nonostante i decrementi registrati a livello locale, infatti, le popolazioni mostrano un trend complessivo orientato alla stabilità e lo stato di conservazione della specie è da considerarsi, nel complesso, favorevole.
La Passera scopaiola è ben conosciuta dal punto di vista della sua distribuzione ed ecologia nel centro-nord del Paese, ma mancano dati quantitativi accurati su alcune popolazioni appenniniche. Una lacuna che riguarda in modo particolare zone dell’Appennino campano e calabro, dove la distribuzione della specie è ancora poco nota, e sarebbero necessari sopralluoghi mirati per stabilirne l’effettivo stato di salute.
Per gli ambienti alpini più idonei e continui, come rodoreti e vaccinieti, peccete umide e mughete prostrate, andrebbero considerate densità ottimali pari a 3-5 coppie riproduttive per 10 ettari, soglia che può essere assunta come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie. Lo stato di salute della popolazione italiana, nel complesso favorevole, può essere esteso all’intera popolazione europea, area in cui vive e nidifica la quasi totalità della popolazione globale della specie.
La popolazione italiana di Passera scopaiola mostra uno stato di salute favorevole e non pare soffrire, ad oggi, di particolari minacce. In linea generale, i principali fattori di vulnerabilità per la specie sono rappresentati dalle trasformazioni ambientali conseguenti al rimboschimento naturale dei versanti e alla diminuzione degli habitat di svernamento nelle zone di pianura e di collina, causate dalla rimozione di siepi, arbusti e boschi ripari.
Anche per quanto riguarda la situazione in Gran Bretagna e Irlanda, i maggiori rischi di declino della popolazione sono dovuti alla pressione delle aree coltivate sulle zone boschive, predilette dalla specie per alimentarsi e costruire il nido.
La specie è inoltre una tra le più soggette al “parassitismo” del Cuculo, che approfitta del nido costruito in precedenza e già occupato dai pulcini di Prunella modularis per deporvi il proprio uovo, dopo averne sottratto e divorato uno all’ospite, e fare poi crescere il proprio pulcino dagli adulti. Come se ciò non bastasse, il pulcino del Cuculo di solito spodesta i “legittimi” occupanti, facendoli cadere fuori dal nido e dunque causando, in diversi casi, una drastica riduzione della percentuale di giovani che riescono a raggiungere l’età adulta.
La popolazione di Passera scopaiola è concentrata in Europa e mostra uno stato di conservazione favorevole. Diffusa e ben distribuita in Italia – in cui è protetta dalla legislazione venatoria (157/92) – la Passera scopaiola non nidifica però sulle isole. Attualmente, la specie non è inserita nella Lista Rossa Nazionale.
La Passera scopaiola è un nidificante ampiamente diffuso in gran parte dei territori europei, che costituiscono più del 95% del suo areale riproduttivo mondiale. La popolazione nidificante è stimata in più di 12 milioni di coppie, stabili nel ventennio 1970–1990. Nonostante nel decennio 1990-2000 siano stati registrati declini in Francia e Svezia, le popolazioni degli altri Paesi europei sono aumentate o rimaste stabili e, per questo, la specie è tuttora valutata come sicura.
Stimata tra le 100.000 e le 200.000 coppie, la popolazione italiana osservata costituisce meno dell’1% della popolazione complessiva europea. La specie è considerata stabile nel nostro Paese, con decrementi registrati a livello locale. In particolare, sono state censite 15.000-30.000 coppie in Piemonte e Valle d’Aosta, 15.500 coppie in Lombardia nel periodo 1992-2007, 300-2.000 coppie in Toscana e meno di 2.000 coppie in Molise.
In Lombardia la Passera scopaiola frequenta quote importanti, di solito tra i 1.000 e i 2.200 metri. I picchi di altitudine massima sono anche più elevati, fino a 2.450 metri lungo la strada del Passo dello Stelvio e nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. L’altitudine minima è invece stata osservata nelle province di Bolzano, Parma e Pordenone, dove la specie è stata avvistata anche ad altitudini comprese tra i 500 e i 650 metri.
Sull’Appennino centrale, la specie predilige i boschi di pino mugo, compresi tra i 1.800 e i 2.200 metri di quota. In inverno, scende fino a 200-400 metri, concentrandosi in zone a bassa vegetazione ricche di cespugli, arbusteti, o anche zone antropizzate quali siepi, orti e giardini nelle vicinanze di corsi d’acqua. Sempre attenta a non farsi “notare” troppo, evita ambienti rurali completamente aperti e zone boschive eccessivamente chiuse.
Anche nella provincia di Brescia sono state registrate concentrazioni elevate della specie, soprattutto nelle zone in cui il limite superiore del bosco lascia il posto a cespugli nani di ginepri, rodoreti e alneti. Similmente, nella provincia di Bergamo la si ritrova in rade peccete montane e in zone ricche di arbusti, soprattutto mughete. Nel Lazio, la specie occupa il comprensorio dei monti Ernici, Simbruni e Reatini, dove predilige gli ambienti di transizione tra tipi di vegetazione differenti, in cui dominano le radure con folto sottobosco e fasce di arbusti.
In Italia la specie è stabile, con decrementi a livello locale. Nel complesso, lo stato di conservazione è buono, con densità elevate registrate in modo particolare nell’area alpina e negli ambienti più idonei. Non del tutto noto appare, per contro, lo stato di salute di alcune popolazioni appenniniche, con particolare riferimento all’Appennino campano e calabro .
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | In stabilità | Favorevole |
Popolazione | Stabile ma con locali e contenute diminuzioni | Favorevole |
Habitat della specie | Stabile | Favorevole |
Complessivo | Favorevole |
*Variazione della popolazione negli anni
Un lieve e tintinnante gorgheggio distingue, per brevità e delicatezza, il canto della Passera scopaiola da quello dello Scricciolo. La “musica” cambia quando due maschi rivali si ritrovano nello stesso territorio: eccoli allora contendersi le attenzioni della femmina esibendo frulli di ali ed emettendo fragorosi richiami.