PASSERA SCOPAIOLA
NOME SCIENTIFICO: Prunella modularisHedge sparrow, “passero delle siepi”, rende forse più giustizia a questo timido e riservato abitante di boschi siepi e arbusti, nei quali ama celarsi, svelando la propria presenza solo attraverso un morbido frullìo di ali o un timido richiamo. Il nome italiano, Passera scopaiola, arriva invece dai cespugli di erica scoparia tanto amati per costruirvi, ben nascosto, il nido. É al giungere della stagione degli amori che la Prunella modularis attira su di sé le attenzioni degli etologi. Preoccupata e attenta alla futura prole, la femmina accetta le attenzioni di più maschi, solitamente due, in una sola stagione. I giovani nati avranno così tre genitori che contribuiscono tutti insieme ad allevarli, e i due papà faranno a gara per procurare loro larve di coleotteri, di cui vanno ghiotti….
Stato di salute
La popolazione di Passera scopaiola è concentrata in Europa e mostra uno stato di conservazione favorevole. Diffusa e ben distribuita in Italia – in cui è protetta dalla legislazione venatoria (157/92) – la Passera scopaiola non nidifica però sulle isole. Attualmente, la specie non è inserita nella Lista Rossa Nazionale.
La Passera scopaiola è un nidificante ampiamente diffuso in gran parte dei territori europei, che costituiscono più del 95% del suo areale riproduttivo mondiale. La popolazione nidificante è stimata in più di 12 milioni di coppie, stabili nel ventennio 1970–1990. Nonostante nel decennio 1990-2000 siano stati registrati declini in Francia e Svezia, le popolazioni degli altri Paesi europei sono aumentate o rimaste stabili e, per questo, la specie è tuttora valutata come sicura.
Stimata tra le 100.000 e le 200.000 coppie, la popolazione italiana osservata costituisce meno dell’1% della popolazione complessiva europea. La specie è considerata stabile nel nostro Paese, con decrementi registrati a livello locale. In particolare, sono state censite 15.000-30.000 coppie in Piemonte e Valle d’Aosta, 15.500 coppie in Lombardia nel periodo 1992-2007, 300-2.000 coppie in Toscana e meno di 2.000 coppie in Molise.
In Lombardia la Passera scopaiola frequenta quote importanti, di solito tra i 1.000 e i 2.200 metri. I picchi di altitudine massima sono anche più elevati, fino a 2.450 metri lungo la strada del Passo dello Stelvio e nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. L’altitudine minima è invece stata osservata nelle province di Bolzano, Parma e Pordenone, dove la specie è stata avvistata anche ad altitudini comprese tra i 500 e i 650 metri.
Sull’Appennino centrale, la specie predilige i boschi di pino mugo, compresi tra i 1.800 e i 2.200 metri di quota. In inverno, scende fino a 200-400 metri, concentrandosi in zone a bassa vegetazione ricche di cespugli, arbusteti, o anche zone antropizzate quali siepi, orti e giardini nelle vicinanze di corsi d’acqua. Sempre attenta a non farsi “notare” troppo, evita ambienti rurali completamente aperti e zone boschive eccessivamente chiuse.
Anche nella provincia di Brescia sono state registrate concentrazioni elevate della specie, soprattutto nelle zone in cui il limite superiore del bosco lascia il posto a cespugli nani di ginepri, rodoreti e alneti. Similmente, nella provincia di Bergamo la si ritrova in rade peccete montane e in zone ricche di arbusti, soprattutto mughete. Nel Lazio, la specie occupa il comprensorio dei monti Ernici, Simbruni e Reatini, dove predilige gli ambienti di transizione tra tipi di vegetazione differenti, in cui dominano le radure con folto sottobosco e fasce di arbusti.