PERNICE ROSSA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
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Specie protette dalla Direttiva UccelliPERNICE ROSSA

NOME SCIENTIFICO: Alectoris rufa
 

Timida e sospettosa, la Pernice rossa conduce una vita gregaria, ma si isola durante il periodo della cova. È in grado di correre molto velocemente e, se fiuta un pericolo, si appiattisce al suolo, alzandosi in volo raramente. Curioso il comportamento della femmina nel periodo della nidificazione: depone le uova in due distinti nidi, ognuno dei quali verrà covato da uno dei genitori…

Stato di salute

La Pernice rossa ha uno stato di conservazione sfavorevole tanto a livello continentale quanto nell’intera Europa “comunitaria”. La popolazione nidificante ha infatti mostrato un largo decremento nei territori dell’Unione europea tra il 1970 e il 1990; un declino proseguito anche nel corso del decennio successivo, se pure in modo meno marcato. La popolazione presente nei territori dell’Europa a 27 è stimata tra 2.000.000 e 4.500.000 coppie; la popolazione italiana tra 1.500 e 2.000 coppie. L’intera popolazione globale della specie nidifica nei territori dell’Unione europea.

È in Italia specie cacciabile ai sensi della legislazione venatoria (157/92). Non sono stati redatti, ad oggi, un Piano d’Azione Nazionale o Internazionale sulla specie. La specie è inserita negli Allegati II/1 e III/1 della Direttiva Uccelli ed è inclusa nella Lista Rossa Nazionale. Anche in Italia, la Pernice rossa è in decremento e le popolazioni mostrano un andamento fluttuante, anche a causa delle continue immissioni di “ibridi”. Nonostante la popolazione italiana non sia significativa in termini di percentuali, il nostro Paese riveste un ruolo notevole per la conservazione della specie, visto il declino osservato nelle importanti popolazioni spagnola e francese, e l’areale di presenza limitato. Complessivamente, la Pernice rossa può essere osservata nella maggior parte delle province emiliano-romagnole, piemontesi, liguri e toscane.

A livello biogeografico, la specie è concentrata in pochi e ben delimitati territori. Nel corso degli anni ’80, la fascia appenninica settentrionale (Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia, Toscana) e l’isola d’Elba ospitavano circa 1.000-1.200 individui, in successivo decremento. La Lombardia, che vede un’importante presenza della specie soprattutto nel territorio dell’Oltrepo pavese, contava circa 155 coppie nel 1981, da 200 a 250 nel 1984, meno di 200 nel nuovo secolo. La tendenza della popolazione a concentrarsi in territorio lombardo è direttamente proporzionale alla presenza di vegetazione: positiva, in presenza di arbusti, filari di alberi e calanchi; negativa in presenza di zone boschive.

In Emilia-Romagna, dove la specie è stata immessa, appare in fase di espansione, con popolazioni presenti nelle province di Bologna e Forlì, che non sono tuttavia areale storico della specie. Proprio in provincia di Forlì, la popolazione è stata introdotta a scopo venatorio a partire dai primi anni ’80. Nella regione, la specie è distribuita nei territori che vanno dalla pianura sino all’Appennino medio-alto, con una concentrazione massima nella fascia di altitudine compresa tra 200 e 400 metri di quota.

In Toscana si è assistito a una diminuzione della popolazione, oggi frammentata e ridotta, instabile dal punto di vista numerico e mantenuta in modo artificiale attraverso rilasci continui. Sull’isola di Pianosa sono stimate tra 150 e 250 coppie. Sul territorio dell’isola d’Elba, ne sono stimate tra 100 e 200, che tendono però al decremento. Qui, gli individui frequentano ambienti con abbondanza di arbusti, tra cui la macchia bassa e rada e la gariga ricca di sporgenze rocciose, vicine a zone più aperte con vegetazione erbacea, coltivazioni, aree incolte da poco abbandonate o recentemente coinvolte da incendi. La Liguria ospita piccoli nuclei isolati della specie, concentrati nella val Bormida. Il Piemonte è la regione con maggiore consistenza di pernici rosse, in massima parte autoctone: qui l’areale spazia dalle Langhe sino al confine con la Lombardia.