PETTIROSSO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
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Specie protette dalla Direttiva UccelliPETTIROSSO

NOME SCIENTIFICO: Erithacus rubecola
 

“Rosso uccellino solitario”: il nome latino del Pettirosso è la definizione che più gli calza a pennello. Secondo un’antica leggenda, questo piccolo passeriforme deve la sua inconfondibile caratteristica a una goccia del sangue di Cristo che gli cadde sul petto, mentre lui cercava, impietosito, di alleviarne le sofferenze strappandogli le spine dalla corona. Ardore e decisione caratterizzano l’Erithacus rubecola che, a dispetto delle sue dimensioni, sa bene come farsi rispettare: combattivo e orgoglioso, nel proprio territorio non ammette altri pettirossi, che vengono scacciati in malo modo. Solo con la propria compagna si rivela dolce e affettuoso: la corteggia offrendole cibo e dividendo con lei il territorio così gelosamente custodito…

Stato di salute

Attualmente la specie è classificata come sicura nei territori dell’Unione europea, e mostra uno stato di conservazione favorevole anche a livello continentale. Non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale né Nazionale sulla specie, che non è inclusa nella Lista Rossa Nazionale. In Italia, il Pettirosso risulta specie non cacciabile ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

Nel complesso, si registra stabilità della popolazione nidificante nell’Unione europea nel periodo 1970-1990 e un moderato incremento nel periodo 1990-2000. La popolazione che abita i territori dell’Europa a 27 è stimata in 25.000.000-53.000.000 di coppie; quella italiana, stabile, in 1.000.000-3.000.000 di coppie. Tra il 58% e il 64% della popolazione europea (43.000.000-83.000.000 di coppie, in leggero aumento) ed una frazione compresa tra il 25% ed il 49% della popolazione globale della specie nidificano nell’Unione europea.

Per quanto riguarda il nostro Paese, tanto il territorio peninsulare quanto le isole vedono una buona presenza di pettirossi: la popolazione italiana è pari a circa il 4-6% della popolazione presente nei territori dell’Unione europea, e al 2-4% della popolazione continentale complessiva. L’Italia appare inoltre esercitare un ruolo di crocevia per le rotte migratorie di questa specie, con avvistamenti di individui provenienti da un’area geografica vastissima. Le zone di provenienza più importanti sono le coste del Baltico centro-meridionale, i Paesi dell’Europa centro-orientale e quelli immediatamente a Nord dell’arco alpino.

In Italia, sono presenti sia individui appartenenti a popolazioni sia totalmente migratrici, provenienti da Scandinavia e zone baltiche, sia parzialmente migratrici, provenienti dall’Europa centro-meridionale. Durante i mesi più freddi, quando scende dal Nord Europa per sfuggire al freddo e alla mancanza di cibo, la specie è piuttosto comune e stanziale ovunque.

É presente in Toscana, dove ne sono stimate 300.000-700.000 coppie con locali incrementi e colonizzazioni avvenute nel corso del XX secolo, probabilmente dovute all’aumento e all’invecchiamento della superficie boschiva. La popolazione, stabile in Lombardia, è in aumento nelle Foreste Casentinesi, al confine tra Emilia-Romagna e Toscana, e in forte espansione in Sicilia. In Campania, è presente sia nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano sia nel Parco nazionale del Vesuvio.