PICCHIO ROSSO MINORE - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliPICCHIO ROSSO MINORE

NOME SCIENTIFICO: Dendrocopos minor
 

Dalle dimensioni simili a quelle di un passero, è il più piccolo tra i picchi europei e, per le sue abitudini elusive, è difficile da osservare in natura. Preferisce i boschi di conifere, ma frequenta ogni tipo di bosco maturo che possa offrirgli larve all’interno dei tronchi. Come tutti i picchi, infatti, sonda con il becco le parti che rimbombano per poi forare il legno con colpi ben assestati. Per nidificare, scava cavità in tronchi preferibilmente marcescenti, ma spesso occupa anche vecchie cavità naturali o realizzate da altre specie. Nonostante le sue piccole dimensioni, quando deve delimitare il territorio, riesce a farsi sentire a grande distanza, colpendo velocemente e ripetutamente il tronco cavo per dissuadere eventuali intrusi…

Minacce

Presente in Italia in tutte e tre le regioni biogeografiche – alpina, continentale, mediterranea – la specie viene considerata in incremento o stabilità, con decrementi registrati a livello locale. Piuttosto elevata la concentrazione delle popolazioni in pochi siti, il che dipende in gran parte dalla perdita di habitat idoneo a seguito dell’urbanizzazione crescente in contesti di pianura a danno di porzioni boschive, frammentazione degli habitat e interventi selvicolturali intensivi.

Nidificante localizzato in Pianura Padana e parte dell’Appennino settentrionale e meridionale, risente notevolmente delle pratiche forestali, dell’eliminazione dei tronchi morti o marcescenti e della ceduazione. In Italia, l’abbandono dei castagneti da frutto appare come uno dei pericoli maggiori nell’Appennino medio-collinare, assieme alla contrazione della boscaglia ripariale a salici, pioppo bianco, frassino e dei querceti planiziali con alberi vetusti.

In contesti planiziali, caratterizzati da agricoltura intensiva su larghe estensioni, il fattore limitante per il suo insediamento può dipendere dalla scarsità di settori forestali sufficientemente ampi e interconnessi. Il forte declino registrato in Scandinavia è quasi certamente dovuto alla perdita di foreste decidue convertite a coniferete. Per l’Italia, resta da definire l’areale distributivo su Alpi, settore centro-orientale della Pianura Padana e parte dell’area appenninica: storicamente, la specie veniva considerata più frequente in diverse aree di Toscana, Lazio e Calabria.

Disturbo antropico, trasformazione e distruzione dei siti riproduttivi, asportazione di tronchi secchi e deperienti e abbattimenti illegali, interventi selvicolturali e tagli forestali in periodo di nidificazione possono provocare episodi di mortalità e di riduzione del successo riproduttivo, per il quale non esistono comunque dati specifici relativi al nostro Paese. Dall’analisi di 191 studi esaminati sul Picchio rosso minore, soltanto 4 ricerche offrono informazioni sul successo riproduttivo che, mediamente, si attesta intorno al 74%. Il numero di involi da nidi di successo è in media di 4,2 giovani. In Gran Bretagna, su oltre 60 nidi, l’83% era costituito da nidi di successo per una media di 4,2 giovani involati per coppia.