QUATTROCCHI - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliQUATTROCCHI

NOME SCIENTIFICO: Bucephala clangula
 
Semaforo N.C.

Il nome inglese della specie, Common goldeneye, deriva dal colore giallo dell’iride di questa anatra dalla struttura ben tornita. Stretta parente del Quattrocchi d’Islanda, ha l’abitudine di “parassitare” le nidiate di altri individui della sua specie e di altre specie di anatre. Le coppie nascondono con cura il nido dentro cavità naturali degli alberi: ecco perché nel loro ambiente di nidificazione non manca la vegetazione arborea…

Prospettive

Per quanto riguarda la situazione in territorio italiano, nonostante il contingente svernante sia monitorato, i pochi dati a disposizione sul Quattrocchi non consentono di fissare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). Nel corso degli anni ’90, infatti, solo quattro zone in Italia hanno potuto registrare massimi superiori al centinaio.

Ecco perché, tanto nelle zone maggiormente frequentate dalla specie quanto nelle zone con minore presenza, occorre mettere in atto misure di conservazione specifiche. Il calo osservato ha parzialmente cause di natura climatica, in parte aggravate da problemi locali come il disturbo acustico causato dalla caccia ad altre specie di uccelli nelle aree lagunari aperte, ma anche le nuove tecniche di coltivazione e di raccolta delle vongole.

In diversi siti tali pericoli sono stati arginati, grazie a interventi di conservazione mirati. Ne è un esempio la costruzione di nidi artificiali, procedura attuata in alcuni territori della Scozia, che ha permesso l’insediamento di una popolazione nidificante, laddove fino a poco tempo prima la specie era osservata solo durante il periodo di svernamento. Le coppie ritornano, anno dopo anno, negli stessi luoghi di nidificazione: un risultato incoraggiante che potrebbe essere preso ad esempio – insieme all’identificazione di siti prioritari per la specie avvenuta nell’intero Regno Unito – per incentivare, su scala continentale, la crescita delle popolazioni di quattrocchi.

Particolare attenzione merita la tutela dell’habitat di nidificazione. Azioni che dovrebbero tenere conto anche delle particolari abitudini di questo anatide, come quella di utilizzare nidi abbandonati da altri animali, tra cui i picchi. Essendo particolarmente sensibili al cambiamento di qualità del cibo, i quattrocchi si dimostrano inoltre bio-indicatori particolarmente efficaci per monitorare i mutamenti ambientali.