RONDINE ROSSICCIA
NOME SCIENTIFICO: Cecropis dauricaLa bellezza della Rondine rossiccia sta in gran parte nella sua rarità. Non sono più di 40, infatti, le coppie di questa specie nidificanti in Italia. Graziosa e minuta, la Cecropis daurica compensa le sue ridotte dimensioni con la voracità: agilissima, si procura gli insetti mentre è in volo. Nella Lista Rossa è ritenuta Vulnerabile. Per questo è necessario intervenire al più presto per garantire la sua sopravvivenza nei prossimi anni…
Ordine: Passeriformes
Famiglia: Hirundinidae
Le macchie fulve di alcune parti del corpo sono la particolarità cromatica che caratterizza questa rara specie rispetto alle altre rondini. Sono ben undici le sottospecie documentate di Cecropis daurica , tutte contraddistinte dal generale tono rossiccio. Dal dorso scuro, con riflessi azzurri o blu, questo uccello ha la sommità del capo blu scura, che vira al nero nella regione alare. Spicca dunque il rosso ai lati del capo, fin sulle spalle, ripreso nella prima parte della coda e sotto le ali, sfumando verso il bianco nell’area del ventre.
Lunga dai 18 ai 20 centimetri, la Rondine rossiccia si ciba prevalentemente di insetti, che cattura mentre è in volo. Frequenta per lo più scogliere marine e zone rocciose; raramente si spinge nei centri abitati, solo eccezionalmente può capitare di vederla volare su terreni coltivati vicini ai paesi. Il periodo della nidificazione, che in Italia va da marzo ad agosto, vede prevalere il carattere gregario della specie, che in genere non è solita formare colonie nidificanti. Caratteristica è la tecnica di costruzione del nido, realizzato con il fango, a forma di semisfera e provvisto di una lunga galleria di accesso che, una volta terminato il lavoro, viene spesso utilizzato anche da altre specie di uccelli. La femmina vi depone solitamente dalle 3 alle 6 uova.
In Europa, questo piccolo passeriforme è presente nelle regioni paleartica e paleo-tropicale e nidifica in Europa meridionale, Africa centro-occidentale e in ampi territori asiatici: Asia Minore, Asia centrale, Medio Oriente, India, Cina, Giappone. Nel Paleartico occidentale nidifica solo la sottospecie Cecropis daurica rufula . La Penisola Iberica e quella Balcanica ospitano quasi per intero la popolazione nidificante in Europa, mentre l’Africa tropicale e l’Asia meridionale solitamente ospitano la Rondine rossiccia in inverno, anche se le popolazioni concentrate nelle zone meridionali dell’area asiatica sono in parte sedentarie. È qui che sono presenti i gruppi più numerosi e dove può capitare, alzando lo sguardo, di vedere stormi di centinaia di rondini rossicce che offrono un suggestivo spettacolo naturale.
Sporgenze rocciose, ponti, rupi e tetti di case abbandonate in ambienti caldi e secchi, aperti o accidentati, litoranei, ma anche dell’interno, sono i luoghi prediletti da questo uccello per nidificare.
In Italia è migratrice nidificante localizzata sul territorio peninsulare, in Sicilia e nelle maggiori isole del Tirreno. Nell’Arcipelago Toscano sembra nidificare solo all’Elba. Nel momento della migrazione, può accadere che si fermi anche nelle città, mentre in inverno, in Africa, non disdegna le zone umide.
Non è possibile indicare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la Rondine rossiccia, perché non si hanno informazioni sufficienti riguardanti l’andamento demografico. A complicare il quadro sono anche le caratteristiche di localizzazione e frammentazione delle popolazioni della specie in Italia. Inoltre, non sono disponibili dati che diano indicazioni attendibili sui fattori in grado di influenzare in modo favorevole la riproduzione.
Nonostante una situazione complessivamente critica, un piccolo segnale positivo negli ultimi anni è stato registrato. Le condizioni climatiche favorevoli hanno infatti permesso anche alla popolazione nidificante in Italia di espandere il proprio territorio nelle isole e nelle aree meridionali..
A parte questo, la presenza della Rondine rossiccia è irregolare in Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Basilicata e Calabria. Eppure, merita attenzione quello che accade sull’Isola d’Elba, dove la popolazione è aumentata nel triennio 1994-1997, ed è stimata in 6-8 coppie nel 2006; in provincia di Grosseto, dove sono state rilevate almeno 6 coppie nel 2004-2005 in siti costieri, con tentativo di nidificazione nel Parco della Maremma nel 2000, e in Sicilia, dove sono stati rinvenuti i primi nidi nel 1995 in provincia di Siracusa, che sono poi stati riconfermati nel 1999 e negli anni successivi.
Purtroppo, per quanto riguarda la riproduzione, la Rondine rossiccia è una specie ancora misteriosa: non si conoscono a sufficienza, come detto, i fattori che possono influenzarne l’esito. Ancor più importanti risultano, a maggior ragione, tutte le precauzioni per non arrecare disturbo sulle pareti rocciose scelte per la nidificazione, comprese le attività come l’arrampicata sportiva. Un altro passo essenziale riguarda il monitoraggio delle coppie nidificanti nelle zone di maggiore concentrazione, come Sicilia, Toscana e Gargano.
La situazione critica in cui si trova la Rondine rossiccia in Italia impone una serie riflessione sulle minacce cui è sottoposta. Particolarmente sensibile anche ai più piccoli cambiamenti dell’habitat, questo uccello risente della trasformazione dei siti riproduttivi e dei problemi ambientali delle aree geografiche in cui trascorre l’inverno. Il rischio di abbandono dei siti e quello che la riproduzione non vada a buon fine è quindi molto elevato. E, una volta abbandonato un luogo, è difficile che la specie vi faccia ritorno.
Proprio il nido, con il delicato processo di ricerca del sito, costruzione e cova, ha costituito il “tallone d’Achille” della specie nel biennio 1998-1999, non solo per motivi legati all’invasività dell’uomo. È stato infatti osservato come, in quel periodo, le coppie non abbiano potuto utilizzare i siti riproduttivi dell’Isola d’Elba, occupati come di consueto dal Balestruccio (Delichon urbicum ).
Ma anche l’utilizzo di pesticidi rientra tra i fattori di rischio: pratiche agricole oggi ampiamente diffuse provocano notevoli danni all’ecosistema, con gravi conseguenze su moltissime specie, tra le quali la Rondine rossiccia, specie insettivora, appare probabilmente la più colpita. A questo va aggiunta l’abitudine della specie di posizionare il nido lungo infrastrutture fortemente antropizzate: ponti, viadotti, gallerie.
Fortunatamente, le poche coppie presenti in Italia sono state oggetto di studio piuttosto approfondito, che ha consentito di comprendere meglio lo stato di salute di questo passeriforme nonché di individuare le ragioni alla base della scarsa consistenza e stabilità delle popolazioni, fatta salva l’esigenza di ulteriori approfondimenti. La distribuzione della Rondine rossiccia è infatti, soggetta a rilevanti fluttuazioni, ma complessivamente decresce tanto a livello locale e verso le regioni settentrionali – a partire dagli anni Ottanta – quanto, più recentemente, in quelle insulari e meridionali.
La Rondine rossiccia in Italia è estremamente rara. Per questo è stata inserita nella Lista Rossa Nazionale e ne è vietata la caccia ai sensi della legislazione venatoria. Tra i motivi della sua fragilità c’è l’estrema localizzazione dei luoghi in cui si riproduce, al di fuori dei quali è praticamente impossibile osservare esemplari di questa specie.
Oltre i confini italiani, invece, lo stato di salute della Rondine rossiccia è molto meno preoccupante. Tanto in Europa quanto nei territori dell’Unione europea lo stato di conservazione della specie è valutato come favorevole e dunque la specie può considerarsi, nel complesso, relativamente sicura. La popolazione nidificante presente nei territori dell’Unione europea è stimata dalle 43mila alle 260mila coppie, corrispondenti al 43-60% della popolazione europea complessiva, (100mila-430mila coppie) e a una frazione compresa tra il 5% e il 24% della popolazione globale della specie.
Il ventennio 1970-1990 è stato particolarmente positivo: in questo periodo la popolazione nidificante in Europa e nell’Unione europea risulta in aumento, indirizzata alla stabilità nel successivo decennio 1990-2000. Spagna e Portogallo sono i luoghi che hanno visto un aumento più significativo nel numero di individui. Diminuzioni sono invece registrate nella penisola balcanica (Albania e Grecia), mentre negli altri Paesi la situazione è generalmente stabile. Da segnalare anche l’ampliamento verso nord, in Europa, dell’area di presenza della specie, un fenomeno che si è verificato in periodi differenti: dagli anni Venti in Spagna e Portogallo, dagli anni Cinquanta nell’area dei Balcani.
Nel tempo, il territorio italiano ha registrato diverse fluttuazioni della presenza della specie. A metà degli anni Ottanta, in Puglia se ne contavano 10-15 coppie, localizzate sul Gargano tra Mattinata e Peschici. Nel 1994, sono state accertate le prime due nidificazioni in provincia di Lecce, a San Cataldo e nei Laghi Alimini. In Calabria invece è stata recentemente individuata una colonia di 15-20 nidi. Nel nord dell’Italia, ci sono alcuni casi di nidificazione in Piemonte (tre coppie al massimo) in provincia di Alessandria, osservate nel triennio 1980-1983. Episodi di nidificazione si verificano anche in Sardegna e Sicilia e in ben determinate aree di altre regioni italiane.
Nonostante uno stato di salute critico per la specie nel nostro Paese, dagli anni Ottanta la popolazione nidificante di Rondine rossiccia in Italia si è espansa, anche grazie a condizioni climatiche favorevoli. Un’espansione che ha interessato in modo particolare, negli ultimi anni, l’area meridionale e insulare della Penisola. La scarsissima e irregolare consistenza delle popolazioni, nonostante questo incremento rilevato, non può che portare, tuttavia, a un giudizio complessivo totalmente negativo sullo stato di salute della specie in Italia.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | in espansione, ma ancora limitato | Inadeguato |
Popolazione | fluttuante, ma ancora molto limitata | Cattivo |
Habitat della specie | stabile | Favorevole |
Complessivo | Cattivo |
* Variazione della popolazione negli anni
Così come quello della Rondine, il garrito della Rondine rossiccia si riconosce per il caratteristico trillo, ma presenta tonalità più delicate, piacevoli e tintinnanti, quasi non voglia farsi troppo sentire, distinguendosi così dal marcato gorgheggio della più diffusa cugina bianca e nera...