RONDINE ROSSICCIA
NOME SCIENTIFICO: Cecropis dauricaLa bellezza della Rondine rossiccia sta in gran parte nella sua rarità. Non sono più di 40, infatti, le coppie di questa specie nidificanti in Italia. Graziosa e minuta, la Cecropis daurica compensa le sue ridotte dimensioni con la voracità: agilissima, si procura gli insetti mentre è in volo. Nella Lista Rossa è ritenuta Vulnerabile. Per questo è necessario intervenire al più presto per garantire la sua sopravvivenza nei prossimi anni…
Stato di salute
La Rondine rossiccia in Italia è estremamente rara. Per questo è stata inserita nella Lista Rossa Nazionale e ne è vietata la caccia ai sensi della legislazione venatoria. Tra i motivi della sua fragilità c’è l’estrema localizzazione dei luoghi in cui si riproduce, al di fuori dei quali è praticamente impossibile osservare esemplari di questa specie.
Oltre i confini italiani, invece, lo stato di salute della Rondine rossiccia è molto meno preoccupante. Tanto in Europa quanto nei territori dell’Unione europea lo stato di conservazione della specie è valutato come favorevole e dunque la specie può considerarsi, nel complesso, relativamente sicura. La popolazione nidificante presente nei territori dell’Unione europea è stimata dalle 43mila alle 260mila coppie, corrispondenti al 43-60% della popolazione europea complessiva, (100mila-430mila coppie) e a una frazione compresa tra il 5% e il 24% della popolazione globale della specie.
Il ventennio 1970-1990 è stato particolarmente positivo: in questo periodo la popolazione nidificante in Europa e nell’Unione europea risulta in aumento, indirizzata alla stabilità nel successivo decennio 1990-2000. Spagna e Portogallo sono i luoghi che hanno visto un aumento più significativo nel numero di individui. Diminuzioni sono invece registrate nella penisola balcanica (Albania e Grecia), mentre negli altri Paesi la situazione è generalmente stabile. Da segnalare anche l’ampliamento verso nord, in Europa, dell’area di presenza della specie, un fenomeno che si è verificato in periodi differenti: dagli anni Venti in Spagna e Portogallo, dagli anni Cinquanta nell’area dei Balcani.
Nel tempo, il territorio italiano ha registrato diverse fluttuazioni della presenza della specie. A metà degli anni Ottanta, in Puglia se ne contavano 10-15 coppie, localizzate sul Gargano tra Mattinata e Peschici. Nel 1994, sono state accertate le prime due nidificazioni in provincia di Lecce, a San Cataldo e nei Laghi Alimini. In Calabria invece è stata recentemente individuata una colonia di 15-20 nidi. Nel nord dell’Italia, ci sono alcuni casi di nidificazione in Piemonte (tre coppie al massimo) in provincia di Alessandria, osservate nel triennio 1980-1983. Episodi di nidificazione si verificano anche in Sardegna e Sicilia e in ben determinate aree di altre regioni italiane.