RONDONE COMUNE
NOME SCIENTIFICO: Apus apusSe si dovesse indicare la principale caratteristica del Rondone comune sarebbe certamente l’attitudine al volo. In grado di raggiungere i 112 km orari in volo battuto e perfino i 220 km orari quando si trova in picchiata, questa specie trascorre quasi tutta la sua vita in aria, dove mangia, gioca, si accoppia e addirittura dorme, posandosi praticamente solo per nidificare e non toccando mai il suolo.
Ordine: Apodiformes Famiglia: Apodidae
Il Rondone comune si trova in quasi tutte le regioni d’Europa, Asia e Africa mediterranea, dove in primavera nidifica, per poi svernare al caldo dell’Africa sud-sahariana o dell’Asia meridionale. Per questa specie sono ugualmente accoglienti i centri abitati, con i loro numerosi interstizi o incavature adatte alla nidificazione, la più tranquilla campagna e le ripide costiere.
Di piccole dimensioni, la specie non raggiunge i 20 centimetri di lunghezza, ha un’apertura alare di 38-44 cm e non supera i 50 grammi di peso. È quasi del tutto nera o marrone scuro con alcune screziature, fatta eccezione per il mento chiaro, tendente al bianco. Le ali sono falciformi, il becco cortissimo, scuro; notevole l’apertura della bocca grazie alla quale riesce ad acchiappare quanti più insetti volanti possibile. Le zampe sono molto corte e la loro funzionalità è ridotta poiché il femore vi è direttamente collegato, caratteristica che le rende quasi impossibile spiccare il volo da un terreno pianeggiante.
Il Rondone costruisce il suo nido in punti nascosti tra le rocce, crepacci, cavità degli alberi, cornicioni, grondaie, tegole, intercapedini degli edifici e facilmente anche nei nidi artificiali a cassetta, senza mostrare particolare fastidio per la presenza dell’uomo. In genere le coppie, che restano fedeli per molti anni, ogni primavera ritornano allo stesso sito di nidificazione.
Le uova deposte sono due o tre e vengono incubate da maschio e femmina. Anche l’allevamento dei piccoli è compito di entrambi: instancabilmente i genitori in questa fase restano in volo continuamente, alla ricerca di cibo. L’involo della prole avviene negli ultimi giorni di luglio: una volta lasciato il nido i giovani rondoni sono già esperti e non vi fanno più ritorno. All’inizio di agosto il compito dei genitori è già concluso e sono pronti per ripartire verso l’Africa.
Il Rondone comune è una specie coloniale con popolazioni superiori alee 2.500 coppie. Per questo non viene proposto alcun FRV, ma è possibile affermare che l’abbondanza locale della specie sia proporzionale all’idoneità ambientale e che pertanto densità più elevate possano essere riscontate in condizioni maggiormente idonee.
A livello locale o regionale, le modifiche agli edifici storici ha causato la riduzione dei siti di nidificazione, probabilmente con effetti non trascurabili sulla conservazione del Rondone comune. In diverse aree infatti, l’ammodernamento e la ristrutturazione degli edifici hanno fortmenete ridotto la disponibilità di siti riproduttivi, soprattutto ne i centri delle città, generalmente preferiti rispetti a sobborghi e piccoli centri abitati.
Hanno sicuramente inciso e continuano a incidere su fenologia e riproduzione della specie i cambiamenti climatici, i cui potenziali effetti sono però ancora difficili da valutare. Va considerato prioritario quindi sia il mantenimento di condizioni idonee alla nidificazione presso gli edifici più importanti per la specie (ovvero le sedi di colonie di dimensioni o interesse rilevante), sia approfondire lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali.
A giocare un ruolo positivo sulla specie è la possibilità di nidificare su fronte geografico molto ampio, che va dalla fascia mediterranea a quella artica. L’occupazione di questo vasto range è conseguenza di una stazione riproduttiva breve e dalla possibilità di interrompere momentaneamente l’attività presso i siti riproduttivi in caso di maltempo, con spostamenti anche lontani.
Attualmente classificato come sicuro in Unione europea, il Rondone comune presenta uno status di conservazione favorevole anche a livello continentale. La popolazione nidificante nel territorio Ue si è dimostrata stabile sia nel periodo 1970-1990 che nel periodo 1990-2000.
Dai 3 ai 7,3 milioni di coppie sono stimate in Unione europea. Questo significa che 43% della popolazione del continente europeo (tra i 6,9 ai 17 milioni di coppie, in moderato declino), e una frazione compresa tra il 5% e il 24% della popolazione globale della specie nidifica sul territorio dell’Ue.
La popolazione italiana è stimata dalle 700mila al milione di coppie, ovvero tra il 14% e il 23% di quella dell’Unione europea e tra il 6% e il 10% di quella continentale complessiva, percentuale non elevata ma comunque rilevante per la conservazione della specie. Le rilevazioni italiane fanno emergere una generale stabilità della popolazione, anche se recentemente accanto a questo dato si notano anche un decremento e fluttuazioni a livello locale.
Nella pianura bresciana si è registrato un decremento dalla metà degli anni Settanta, più marcato nel decennio successivo, con una riduzione della popolazione che ha raggiunto il 30-40% rispetto alla fine degli anni Sessanta. Si è avuta una forte riduzione della popolazione anche tra il 1992 e il 1998, seguita da una ripresa nel 2004 e da un ulteriore declino negli ultimi anni, per cause al momento sconosciute. Decrementi locali sono stati registrati anche in Sicilia nella prima metà degli anni Ottanta.
Nonostante questo il Rondone comune non è stato inserito nella Lista Rossa nazionale e non è oggetto di alcun piano d’azione internazionale o nazionale. Tuttavia in Italia la specie è protetta dalla legislazione venatoria.
Il Rondone comune mostra locali decrementi e marcate fluttuazioni, anche se nel complesso la popolazione è probabilmente stabile. Potenzialmente importanti per la conservazione della spcie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione per e da i quartieri riproduttivi. Tuttavia, mancano al momento dati relativi alla specie per quanto concerne l’effetto di tali condizioni sui contingenti nidificanti. Sono stati invece rilevati significativi effetti dell’andamento climatico sulla data di arrivo, che risulta anticipata in risposta all’incremento delle temperature in aprile, e su quella di deposizione.
Pur tenendo conto di tali fattori, il giudizio allo stato di conservazione è inadeguato. È probabile infatti che le variazioni negative di popolazione e qualità dell’habitat non raggiungano la soglia necessaria, su scala generale, per considerare lo stato favorevole.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | stabile | favorevole |
Popolazione | stabile ma localmente in calo | inadeguato |
Habitat della specie | stabile ma localmente in calo | inadeguato |
Complessivo | inadeguato |
*Variazione della popolazione negli anni
Da maggio a luglio i versi emessi dalle colonie di rondoni sono tra i rumori più comuni nelle nostre campagna così come nelle città. È un canto estremamente acuto, più stridulo e prolungato rispetto al classico garrito della rondine, che si può udire alla mattina presto e soprattutto al tramonto.