

RONDONE COMUNE
NOME SCIENTIFICO: Apus apus
Se si dovesse indicare la principale caratteristica del Rondone comune sarebbe certamente l’attitudine al volo. In grado di raggiungere i 112 km orari in volo battuto e perfino i 220 km orari quando si trova in picchiata, questa specie trascorre quasi tutta la sua vita in aria, dove mangia, gioca, si accoppia e addirittura dorme, posandosi praticamente solo per nidificare e non toccando mai il suolo.
Stato di salute
Attualmente classificato come sicuro in Unione europea, il Rondone comune presenta uno status di conservazione favorevole anche a livello continentale. La popolazione nidificante nel territorio Ue si è dimostrata stabile sia nel periodo 1970-1990 che nel periodo 1990-2000.
Dai 3 ai 7,3 milioni di coppie sono stimate in Unione europea. Questo significa che 43% della popolazione del continente europeo (tra i 6,9 ai 17 milioni di coppie, in moderato declino), e una frazione compresa tra il 5% e il 24% della popolazione globale della specie nidifica sul territorio dell’Ue.
La popolazione italiana è stimata dalle 700mila al milione di coppie, ovvero tra il 14% e il 23% di quella dell’Unione europea e tra il 6% e il 10% di quella continentale complessiva, percentuale non elevata ma comunque rilevante per la conservazione della specie. Le rilevazioni italiane fanno emergere una generale stabilità della popolazione, anche se recentemente accanto a questo dato si notano anche un decremento e fluttuazioni a livello locale.
Nella pianura bresciana si è registrato un decremento dalla metà degli anni Settanta, più marcato nel decennio successivo, con una riduzione della popolazione che ha raggiunto il 30-40% rispetto alla fine degli anni Sessanta. Si è avuta una forte riduzione della popolazione anche tra il 1992 e il 1998, seguita da una ripresa nel 2004 e da un ulteriore declino negli ultimi anni, per cause al momento sconosciute. Decrementi locali sono stati registrati anche in Sicilia nella prima metà degli anni Ottanta.
Nonostante questo il Rondone comune non è stato inserito nella Lista Rossa nazionale e non è oggetto di alcun piano d’azione internazionale o nazionale. Tuttavia in Italia la specie è protetta dalla legislazione venatoria.