ZIGOLO NERO - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliZIGOLO NERO

NOME SCIENTIFICO: Emberiza cirlus
 

Di indole schiva e riservata, difficilmente lo Zigolo nero viene allo scoperto per farsi ammirare. Si mimetizza molto bene con l’ambiente che lo circonda grazie alle tinte del piumaggio, che ricordano i colori della terra e ne rendono difficile il riconoscimento. Pressoché sconosciuto ai non esperti, che spesso lo confondono con gli altri emberizidi, si può avvistare in primavera appollaiato sugli alberi più alti mentre emette il caratteristico zirlio.

 

Ordine: Passeriformes Famiglia: Emberizidae

A dispetto del nome, lo Zigolo nero si contraddistinue per il piumaggio policromatico: le parti superiori del corpo sono castano rossicce, con venature più scure sul dorso grigio; il capo, nero, presenta due bande gialle che attraversano il volto, sopra e sotto l’occhio; una sottile striatura paglierina delimita la gola, di colore scuro, mentre le piume del petto, dell’addome e del ventre sono gialle. Questa livrea mimetica fa sì che lo Zigolo nero possa facilmente confondersi con l’ambiente circostante e passare inosservato.

Piuttosto selettivo dal punto di vista delle preferenze ambientali, lo Zigolo nero predilige le aree pedemontane e le zone aperte, costituite da versanti secchi e soleggiati, con una vegetazione arborea rada e macchie ben sviluppate di arbusti e cespugli; evita invece le zone a coltivazione intensiva e gli ambienti umidi, caratterizzati da vegetazione alta e fitta. Ama frequentare anche i vigneti, soprattutto se prossimi al fondovalle e collocati ai margini di boschi e prati, probabilmente per le favorevoli condizioni ambientali tipiche di queste colture.

I rilievi collinari e la bassa montagna sono l’habitat scelto dallo Zigolo nero anche per la stagione riproduttiva, che inizia in primavera e termina ad agosto. Il nido, voluminoso e a forma di coppa, viene costruito generalmente al suolo o tra i cespugli spinosi, a volte anche all’interno di cavità di rocce e scarpate. Composto utilizzando foglie, radici, fibre vegetali e imbottito internamente di muschio, viene assemblato solamente dalla femmina, che a partire dalla metà di aprile vi deposita tre o quattro uova, grandi e macchiettate.

I pulcini vengono nutriti da entrambi i genitori secondo un regime alimentare costituito da larve e insetti. Ciononostante, lo Zigolo nero è principalmente granivoro e si ciba quindi soprattutto di semi (preferibilmente quelli delle graminacee), riservando al periodo riproduttivo la dieta a base di insetti e invertebrati.

Prospettive

Lo Zigolo nero è una specie poco studiata in Italia, le cui informazioni a disposizione sono scarse e spesso relative a indagini riferite a situazioni locali o regionali. Mancano studi approfonditi sulla biologia riproduttiva e sui parametri demografici dello Zigolo nero, così come carenti sono i dati relativi all’andamento storico delle popolazioni.

Ciò nonostante, in base alle densità rilevate nell’Appennino settentrionale, in un contesto ottimale e in qualche modo intermedio fra le condizioni e gli ambienti del nord e del sud Italia in cui si riscontra la specie, è stato stimato un valore di riferimento favorevole (FRV) di 5 coppie per 10 ettari e di 20 coppie per km2 .

Lo Zigolo nero non pare quindi correre particolari rischi ed è infatti classificato come specie dotata di status di conservazione favorevole a livello europeo. Benché diffuso uniformemente sul territorio italiano, la specie appare ugualmente minacciata dalle modifiche ambientali che riguardano l’habitat preferito, (ossia le zone pedemontane e quelle ad agricoltura estensiva caratterizzate dalla presenza simultanea di prati e seminativi), attualmente sempre più colpito dall’intensificazione delle pratiche agricole e dall’abbandono delle aree economicamente meno redditizie.

Pur in mancanza di misure di salvaguardia ufficiali a tutela dello Zigolo nero, sarebbe quindi importante provvedere al mantenimento del mosaico ambientale tipico dei paesaggi frequentati dalla specie. Anche il mantenimento di risorse alimentari adeguate durante i mesi invernali potrebbe rappresentare un contributo importante per la conservazione della specie, oltre, ovviamente, all’abbandono di pratiche crudeli come la cattura e la caccia illegale degli esemplari.

Minacce

Specie mediterranea, diffusa prevalentemente nell’Europa meridionale, nelle aree dal clima mite e temperato, lo Zigolo nero possiede precise esigenze ambientali. Sensibile al freddo, al vento, all’inclinazione e all’esposizione, ama le aree secche e soleggiate, gli spazi aperti parzialmente alberati e i coltivi delle zone collinari e montane. Necessita inoltre di posatoi elevati per il canto, arbusti dove costruire il nido e vegetazione erbacea dove trovare i semi di cui è ghiotto.

La perdita di diversità ambientale propria dell’habitat dello Zigolo nero costituisce quindi il rischio più importante per la specie, tipica degli ambienti aperti e legata a fattori ecologici specifici. Le modificazioni dell’ambiente collinare e montano, l’intensificazione delle pratiche agricole, la distruzione di siepi e la rimozione dei cespugli, il rimboschimento - artificiale o spontaneo - e il decadimento dei prati adibiti al pascolo sono tutti elementi in grado di provocare una diminuzione degli effettivi di questi passeriformi.

L’utilizzo intensivo del territorio, che conduce alla progressiva scomparsa delle praterie e dei campi coltivati, mettendo così a rischio il paesaggio preferito dallo Zigolo nero, non costituisce tuttavia l’unico fattore di criticità per la specie: il disturbo dell’uomo e la meccanizzazione agricola nei luoghi di nidificazione rappresentano una minaccia altrettanto concreta, così come pure la caccia illegale di questi esemplari. Anche l’andamento climatico è una variabile importante per la specie, che può subire perdite consistenti a causa di inverni troppo rigidi.

Stato di salute

Lo Zigolo nero sembra beneficiare di uno status di salute favorevole in Europa, dove si registra la più alta concentrazione della specie. In effetti, una frazione compresa tra il 50% e il 74% della popolazione globale nidifica nell’Unione europea, dove si contano tra l’1,4 e i 3,9 milioni di coppie, cifre da cui è facile dedurre quanto il mantenimento delle popolazioni presenti sul vecchio continente sia di fondamentale importanza per la conservazione della specie nel suo complesso.

Nel territorio dell’Unione europea la popolazione nidificante è parsa relativamente stabile nel periodo compreso tra gli anni Settanta e Novanta, trend che è stato poi oggetto di moderato incremento nel decennio successivo. Simile la situazione per quanto riguarda la popolazione italiana, una delle più importanti insieme a quelle di Francia, Spagna e Croazia: dopo una diminuzione registrata negli anni Ottanta, la specie ha subito un notevole incremento fino alla seconda metà degli anni Novanta, arrivando a ricoprire un ruolo significativo per quantità di esemplari nel panorama europeo.

Nel nostro paese la specie è infatti piuttosto consistente, con cifre stimate tra le 300mila e le 800mila coppie, corrispondente a circa il 21% della popolazione dell’Unione e al 15% di quella globale. Legato alle zone pedemontane e collinari, agli ambienti caldi e asciutti, ricchi di cespugli, in Italia lo Zigolo nero è distribuito piuttosto uniformemente su tutto il territorio nazionale, ad esclusione della Pianura padana e di alcune zone del nord-est.

Classificato come sicuro in Unione europea, come pure a livello continentale, non è stato inserito nella Lista rossa italiana, così come non sono previste, né a livello nazionale, né internazionale, particolari azioni di tutela a favore della specie, protetta esclusivamente dalla Convenzione di Berna del 1979 che ne proibisce la caccia. Anche se sono assenti misure di conservazione,  non significa che lo stato di salute dello Zigolo nero sia garantito ovunque come buono. È stato possibile constatare, infatti, che l’habitat è sempre più spesso oggetto di trasformazioni che rappresentano il fattore di pericolo principale per questa specie.

Semaforo

Sebbene la specie non soffra di particolari condizioni di rischio in Italia, dove lo Zigolo nero è presente praticamente su tutto il territorio nazionale, in alcuni contesti sono stati riscontrati cali demografici legati principalmente all’intensificazione agricola e all’abbandono delle aree rurali in ambito collinare e montano.

Il fatto che l’habitat dello Zigolo nero appaia in contrazione in diverse aree si ripercuote inevitabilmente sullo stato di conservazione della specie e riflette l’incertezza sulle sorti della popolazione, che risente notevolmente della perdita di diversità ambientale Per questa ragione, la popolazione di Zigolo nero necessita di essere monitorata sul territorio italiano, nel tentativo di comprendere il modo migliore per riuscire ad ottenere un incremento nel tempo.

Sarebbe poi indispensabile intervenire a favore del mantenimento dell’habitat dello Zigolo nero a difesa della specie, la quale risente negativamente tanto dell’abbandono a lungo termine delle aree rurali quanto dell’intensificazione delle pratiche agricole e delle monocolture. Lo Zigolo nero necessita dei cosiddetti paesaggi agricoli ‘tradizionali’ e non intensivi così come di un mosaico di ambienti in grado di garantire le diverse risorse richieste.

Un ulteriore beneficio potrebbe poi derivare da un utilizzo limitato dei pesticidi e degli antiparassitari nelle coltivazioni, accorgimento che potrebbe favorire la disponibilità di cibo utile all’allevamento dei pulcini. Fermare poi definitivamente la caccia e la cattura illegale degli esemplari della specie costituirebbe un ulteriore e importante successo a difesa dello Zigolo nero.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Verosimilmente stabile Favorevole
Popolazione Localmente in calo Inadeguato
Habitat della specie In diminuzione almeno localmente Inadeguato
Complessivo   Inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Un suono ripetuto, uno zirlio lungo, sibilante, costituito dalla stessa nota emessa più volte, il canto dello Zigolo nero è squillante e sottile allo stesso tempo, una melodia ripetitiva e monocorde che emette solitamente dall’interno dei cespugli o dall’alto degli alberi, soltanto quando non si accorge della presenza umana.