CULBIANCO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCULBIANCO

NOME SCIENTIFICO: Oenanthe oenanthe
 

Prati o terreni incolti, lande rocciose o zone sabbiose: l’Oenanthe oenanthe non teme i luoghi inospitali, purché il territorio sia ben asciutto e sia presente qualche arbusto o posatoio naturale, dove il Culbianco si sistema dopo un volo radente e una repentina virata. Raggiunta la sua postazione, si mette a osservare il territorio circostante per scovare possibili prede o avvistare in tempo i pericoli. Particolarmente romantico e originale è il corteggiamento: dopo qualche saltello, il maschio si lascia letteralmente cadere ai piedi della femmina, aprendo le ali e la coda…

Minacce

Come altre specie, il Culbianco risente in modo negativo dell’abbandono delle pratiche agricole e pastorali tradizionali di montagna, un abbandono che ha determinato l’avanzamento delle foreste, di pari passo con il restringimento degli spazi aperti frequentati dalla specie. Un fenomeno che provoca l’abbandono dei siti e difficoltà di nidificazione soprattutto per le popolazioni che occupano aree al di sotto dei 2.000 metri di quota, ove si è rilevato un calo significativo del successo riproduttivo della specie. Problema che fino a questo momento ha invece riguardato la popolazione che nidifica alle quote superiori, magari in pietraie e picchi rocciosi.

Un’altra grave minaccia per la specie è rappresentata dal disturbo e dalla predazione da parte di altri animali, uccelli ma anche mammiferi. Corvi, gabbiani ed ermellini sono tra i principali predatori. Le loro incursioni nei nidi dei culbianchi sono molto spesso letali, per le covate e non solo. Generalmente, infatti, questi eventi causano l’abbandono del nido da parte delle coppie, che non riescono perciò a portare a termine con successo il processo riproduttivo.

I pulcini di Culbianco, come diverse altre specie affini, sono spesso vittime dal Cuculo, vero e proprio “parassita” di nidi altrui. Il Cuculo, infatti, utilizza le nidiate di Culbianco, inserendo il proprio uovo in quello della specie ospite. Costringe così la coppia di Culbianco depredata a covare il suo uovo – che in genere non viene riconosciuto come estraneo, anche grazie ad abili camuffamenti del Cuculo, il cui uovo, relativamente al colore, è praticamente identico a quello della specie ospite – e ad allevare il suo pulcino. L’intruso, una volta nato, elimina le uova dei genitori adottivi, facendole cadere fuori dal nido.

Il Culbianco è inoltre vittima delle attività umane, prima tra tutte quelle turistiche. Essendo particolarmente diffuso nelle aree di montagna e in quelle collinari, la specie negli ultimi anni sta risentendo degli effetti causati dal massiccio flusso turistico, sia sotto forma di disturbo acustico ma anche per gli interventi di costruzione di infrastrutture, attività sportive, ecc. che provocano disturbo e, a volte, portano alla distruzione dei nidi.