

ORTOLANO
NOME SCIENTIFICO: Emberiza hortulana
Tra le specie simili, l’Ortolano si distingue per le forme snelle, le dimensioni ridotte, il piumaggio particolarmente variegato con le tipiche striature grigie e giallastre sul capo, più scure sul dorso, per il resto bruno. Grande migratore, giunge sui nostri cieli a primavera inoltrata: il nido, costruito spesso nei pressi di un cespuglio, contiene circa 5 uova, mentre i pulcini vengono alimentati con prelibate larve di insetti. Per il resto dell’anno, l’Ortolano si accontenta invece, in prevalenza di bacche e semi…
Stato di salute
L’Ortolano ha conosciuto un largo declino nell’intero continente europeo tra il 1970 e il 1990, parzialmente moderato nel successivo decennio. Attualmente, la popolazione nidificante nell’Ue è stimata in 430-700mila coppie, pari a una frazione molto modesta della popolazione continentale complessiva, che potrebbe raggiungere anche i 16 milioni di coppie (la metà delle quali dislocate in Turchia).
Da 4 a 16mila coppie di Ortolano, secondo le ultime stime, si fermano ogni anno in Italia per nidificare. Una popolazione poco significativa a livello complessivo, pari invece a uno o due punti percentuali considerando il contingente “comunitario”. In linea con il trend generale, anche la popolazione italiana risulta in declino storico, proseguito, se pure più moderatamente, anche tra il 1990 e il 2000.
Meta di un congruo numero di individui di passaggio – i dati su ricatture e inanellamenti hanno identificato in Francia e Finlandia i due principali Paesi di provenienza – l’Italia ha visto una contrazione notevole della specie in particolare nelle aree coltivate di pianura. Spicca il caso della Lombardia, dove la specie, un tempo comune nei coltivi, è stata successivamente confinata alla fascia collinare prealpina, a sua volta interessata da un recente declino, con la popolazione regionale attualmente ridotta a meno di 350 coppie.
Analoga situazione in Veneto, dove già a metà degli anni Ottanta la popolazione complessiva nelle province di Treviso e Belluno non superava le 200 coppie. Attualmente, si stima una popolazione inferiore alle 190 coppie nell’intera regione, la maggior parte delle quali distribuite nel veronese, 60-80, poche decine tra Vicenza e Treviso e Belluno, forse meno di 10 a Padova e Rovigo. Più a sud, la popolazione appare stabile in provincia di Parma, mentre in netto decremento è il contingente romagnolo, un tempo abbondante. Non migliora la situazione tra Lazio e Toscana: decrementi evidenti di popolazione accompagnati ad estinzioni locali.