PETTEGOLA - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliPETTEGOLA

NOME SCIENTIFICO: Tringa totanus
 

Nelle lagune salmastre del nostro Paese, da quella di Venezia alle aree umide della Sardegna, è possibile scorgere la sagoma elegante della Pettegola. Leggermente più piccola della Pantana, d’inverno migra a sud dell’areale fino all’Africa meridionale, mentre nel nostro Paese è tipicamente nidificante e svernante.  Predilige le zone umide, sia costiere sia dell’interno, come lagune, saline, praterie umide, risaie e marcite. È, del resto, una specie particolarmente longeva: una Pettegola può arrivare, infatti, ai 17 anni di età…

Minacce

Relativamente indipendente dal tipo di vegetazione e paesaggio, la specie necessita – specialmente in periodo riproduttivo – di un’adeguata combinazione di aree aperte, con buon punti d’osservazione e facile accesso ad ampie aree umide con buona disponibilità di cibo. La tutela dei siti riproduttivi si configura quindi come la strategia principale per la conservazione della specie.

Le principali minacce per la Pettegola sono, infatti, legate alla distruzione o al deterioramento dell’habitat riproduttivo o invernale. Potenzialmente impattanti sulla specie sono anche la crescita eccessiva di Spartina , il pascolo eccessivo delle praterie, la costruzione di barriere difensive costiere – potenzialmente impattante anche per la principale popolazione italiana, quella della Laguna di Venezia – e il disturbo creato da cantieri o sfruttamento turistico delle coste e delle aree umide. La specie si è dimostrata suscettibile anche ad eventuali episodi di influenza aviaria.

Dal punto di vista del successo riproduttivo, la predazione rappresenta un fattore rilevante, anche se presenta dinamiche non del tutto chiare. La stessa posa di barriere protettive, pur influenzando negativamente la quantità e la qualità delle zone umide costiere allagate, pare facilitare un aumento del tasso di schiusa delle uova.

Per la popolazione piemontese, la principale causa di insuccesso è costituita all’impatto delle pratiche agricole, e in particolare dalle modificazioni che hanno interessato le colture a risaia. I dati riportano un tasso di schiusa dell’81,5% nella Laguna di Venezia; in Piemonte, una media di 1,27 giovani involati per coppia, 1,9 giovani per le coppie che avevano prodotto pulcini.