

VERDONE
NOME SCIENTIFICO: Carduelis chloris
Estate. Un fruscio in mezzo a una siepe. Impossibile scorgere se sia una foglia che cade, una lucertola o un piccolo roditore. Un guizzo, e il mistero si svela. Un piccolo uccellino verde sbuca dalle altrettanto verdi foglie per posarsi su un ramo poco più in su. Veloce e dall'aspetto intelligente, una linea gialla sulle ali per perfezionare il suo mimetismo, il Verdone si guarda in giro, canta qualche nota, e senza pensarci su è già libero nel cielo alla ricerca del prossimo chicco di grano o di un mirtillo. Il colore è decisivo per il suo nome: chloris significa in greco “verde-giallastro”; nella mitologia inoltre Chloris – che i Romani chiamavano Flora – era la ninfa dalla pelle pallida, e quando parlava dalla sua bocca sgorgavano rose. Essendo il Verdone un uccello che raramente abbandona le fronde degli alberi, “chloris” è dunque doppiamente azzeccato.
Canto
La voce del Verdone è acuta e squillante, e il canto di questa specie è molto variegato. Emette cinguettii serrati ripetitivi intervallati da pause brevi, cambiando tono quando cambia velocità; in alternativa canta con fischi simili a cigolii che terminano con una nota più acuta.
È uso cantare anche in volo: quando lo fa passa da un volo ondulato a un volo circolare con battiti lenti delle ali.
In inverno è molto più difficile individuarlo poiché è molto più discreto e taciturno rispetto all'estate, segno che usa la voce per segnalare la sua presenza ad altri verdoni o alle femmine e che non potendo usare le foglie per mimetizzarsi cerca perlomeno di non farsi sentire.