

VERDONE
NOME SCIENTIFICO: Carduelis chloris
Estate. Un fruscio in mezzo a una siepe. Impossibile scorgere se sia una foglia che cade, una lucertola o un piccolo roditore. Un guizzo, e il mistero si svela. Un piccolo uccellino verde sbuca dalle altrettanto verdi foglie per posarsi su un ramo poco più in su. Veloce e dall'aspetto intelligente, una linea gialla sulle ali per perfezionare il suo mimetismo, il Verdone si guarda in giro, canta qualche nota, e senza pensarci su è già libero nel cielo alla ricerca del prossimo chicco di grano o di un mirtillo. Il colore è decisivo per il suo nome: chloris significa in greco “verde-giallastro”; nella mitologia inoltre Chloris – che i Romani chiamavano Flora – era la ninfa dalla pelle pallida, e quando parlava dalla sua bocca sgorgavano rose. Essendo il Verdone un uccello che raramente abbandona le fronde degli alberi, “chloris” è dunque doppiamente azzeccato.
Prospettive
Non tenendo in considerazione situazioni semi-coloniali, che portano a raggiungere densità assai elevate soprattutto a livello locale, sulla base dei dati disponibili si può proporre come Valore di riferimento favorevole (FRV) a scala locale una densità pari a 5 coppie ogni 10 ettari in ambienti urbani e suburbani e di una coppia ogni 10 ettari in ambienti rurali.
Per quanto riguarda il Valore di riferimento favorevole a scala di comprensorio si propone è di 10 coppie per chilometro in ambienti urbani e suburbani e di 6 coppie per chilometro quadrato in ambienti rurali, tenendo presente che in condizioni particolarmente idonee e/o in situazioni semi-coloniali tali valori possono essere ampiamente superati.
È senz’altro auspicabile la realizzazione di specifici progetti a lungo termine e attività di monitoraggio a vasta scala, al fine di raccogliere informazioni sufficienti a confermare la tendenza al decremento, individuare le cause e trarne indicazioni in ottica di gestione e conservazione.
Come indicazioni gestionali si segnala il mantenimento di aree di incolto erbaceo (particolarmente importanti durante lo svernamento in quanto ‘produttrici’ di grandi quantità di semi) o di aree coltivate lasciate a set-aside – ovvero una forma di riposo del terreno agrario, collegata ad incentivi economici e a criteri di attuazione della politica agricola della Comunità Europea – o con mantenimento delle stoppie (il verdone si nutre di semi di cereali più degli altri Fringillidi) nonché un incremento di aree verdi alberate in ambito urbano e periurbano.