

VERDONE
NOME SCIENTIFICO: Carduelis chloris
Estate. Un fruscio in mezzo a una siepe. Impossibile scorgere se sia una foglia che cade, una lucertola o un piccolo roditore. Un guizzo, e il mistero si svela. Un piccolo uccellino verde sbuca dalle altrettanto verdi foglie per posarsi su un ramo poco più in su. Veloce e dall'aspetto intelligente, una linea gialla sulle ali per perfezionare il suo mimetismo, il Verdone si guarda in giro, canta qualche nota, e senza pensarci su è già libero nel cielo alla ricerca del prossimo chicco di grano o di un mirtillo. Il colore è decisivo per il suo nome: chloris significa in greco “verde-giallastro”; nella mitologia inoltre Chloris – che i Romani chiamavano Flora – era la ninfa dalla pelle pallida, e quando parlava dalla sua bocca sgorgavano rose. Essendo il Verdone un uccello che raramente abbandona le fronde degli alberi, “chloris” è dunque doppiamente azzeccato.
Minacce
La specie soffre come altri Fringillidi dell’uccellagione e della cattura illegale di piccoli dal nido a scopo di allevamento, visto che è in grado di ibridarsi con numerose altre specie come il Cardellino, il Fringuello, il Canarino e tante altre, per ottenere soggetti di alto valore estetico. Questa caratteristica lo rende particolarmente richiesto.
Essendo principalmente semivoro soffre anche dell'avvelenamento dovuto alla dispersione di pesticidi e altre sostanze chimiche in ambito agricolo. Sempre in agricoltura è da notare che la sempre maggiore meccanicizzazione comporta un minore lascito di semi nei campi, utilizzabili dagli uccelli come fonte alimentare soprattutto nel critico periodo invernale: la maggiore mortalità per la specie si verifica infatti in periodo primaverile, quando la disponibilità di semi è minima.
Allevamento, tecniche agricole e veleni: anche per questa specie – che non ha predatori naturali – il nemico numero uno è l'uomo.