Ambienti forestali alpini - Uccelli da proteggere

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Ambienti forestali alpini

Civetta nana, di M. Mendi
 

"Quando al calore di maggio
la neve si scioglie, il bel verde riappar,
le pecorelle risalgono il monte,
lasciando il tepor delll’ovil,
l’amor dei monti ti spinga a tornare,
rivieni a godere il bel sol,
in Val Varaita, lassù nella baita,
tra il fresco profumo dei fior."
La Baita - Canto popolare degli Alpini

Da Tarvisio a Livigno, da Courmayeur a Limone Piemonte. La storia naturale delle Alpi si intreccia, come è inevitabile, con la storia del nostro Paese. È difficile parlare di questo ambiente senza far tornare alla memoria alcune tappe cruciali della nostra storia recente. Facilmente la memoria scivola ai tempi della grande guerra, quando tra boschi e vallate risuonavano i canti degli Alpini.

Di certo, ancora oggi, le grandi foreste di conifere sono il simbolo delle nostre Alpi. Dal Bosco del Cansiglio, dove si ricavano i legni celebri per il loro utilizzo in liuteria, fino alle grandi foreste della Valcanale al confine tra Italia e Slovenia, dove alcune specie diffuse oltralpe hanno di recente trovato un ambiente ideale per la costruzione del nido. Quindi l’area occidentale, dal Gran Paradiso alle Alpi Marittime, senza dimenticare l’importantissima fascia prealpina, dove alle conifere si sostituiscono le latifoglie, importantissimo habitat per tutta una serie di specie forestali nonché zona di rifugio durante la stagione più fredda, quando molti uccelli scendono a quote più basse alla ricerca di cibo.

Aree in cui è la foresta che domina incontrastata. Aree in cui la gestione forestale – e le diverse modalità con cui questa può essere condotta – può avere conseguenze determinanti per le popolazioni di uccelli. Purtroppo, anche qui, la tecnologia non ha giocato a favore della fauna selvatica. Strade forestali costruite senza tenere in alcun conto la fauna selvatica presente, attività di gestione della foresta per decenni del tutto incompatibili con la vita delle principali specie caratteristiche.

Oggi lo scenario è in gran parte mutato. L’aumento delle aree vincolate, la progressiva diffusione di pratiche di gestione forestale diverse, più compatibili con le esigenze delle specie, hanno portato alla progressiva ricolonizzazione di molti siti. La stessa gestione del bosco può rappresentare la chiave di volta per evitare la contrapposizione tra specie dalle abitudini forestali e specie più legate agli ambienti aperti. È qui che si gioca gran parte della sfida per la tutela dell’avifauna selvatica dell’intera regione alpina.