

AVERLA CAPIROSSA
NOME SCIENTIFICO: Lanius senator
La lunga coda, il dorso nero con evidenti “spalline” bianche e, soprattutto, la parte superiore della testa rossa, meno brillante nella femmina: sono questi i tratti distintivi dell’Averla capirossa, specie sempre più rara alle nostre latitudini. La sua presenza può essere notata, però, anche dai segni che lascia sul terreno: i grossi invertebrati che caccia con il becco adunco – tipico delle averle – vengono infilzati ai rami spinosi di arbusti come rose canine, prugnoli o biancospini, che diventano così vere e proprie riserve di cibo a cielo aperto...
Stato di salute
Attualmente classificata come in declino, l’Averla capirossa presenta uno stato di conservazione sfavorevole in tutta Europa. La specie ha subito un evidente decremento in buona parte dell’areale europeo durante il Novecento, mentre un quadro nel complesso più favorevole sembra essersi mantenuto nell’area balcanica.
In generale, si è registrato un largo decremento delle popolazioni europee nel periodo 1970-1990, seguito da un moderato declino nel decennio successivo. La popolazione dell’Unione europea è attualmente stimata in 430.000-1.000.000 coppie e include la quasi totalità della popolazione continentale, quella italiana in 10.000-20.000 coppie, in calo nel periodo 1990-2000.
Poiché oltre il 50% della popolazione globale della specie è concentrata nei territori dell’Europa a 27, il ruolo degli Stati membri dell’Ue per la sua tutela e conservazione appare strategico. Anche la popolazione italiana – che in termini percentuali rappresenta solo il 2% del totale “comunitario” – merita particolare attenzione, dato il cattivo stato di salute in cui versa la specie a livello complessivo.
Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. L’Averla capirossa è considerata specie a più basso rischio nella Lista Rossa Nazionale e risulta protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).