

BARBAGIANNI
NOME SCIENTIFICO: Tyto alba
Sin dal Medioevo, è pensiero comune che streghe e spiriti malvagi assumano la forma di questo rapace notturno, diffuso in gran parte del globo terrestre. Ma il volo leggero e silenzioso che nottetempo lo porta a sorvolare le campagne e il canto lugubre non devono trarre in inganno: il candido Barbagianni è infatti di grande utilità per l’uomo, e in particolare per gli agricoltori, grazie alla sua predilezione per piccoli mammiferi come topi, talpe e arvicole…
Prospettive
Nel nostro Paese, è utile distinguere due principali popolazioni di Barbagianni. Nelle bioregioni continentale e alpina si può osservare una tendenza negativa, comune alle Alpi e a grande parte dell’areale padano, in cui si considera come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) una densità riproduttiva di 10 coppie per 100 km². Nell’area mediterranea, dove la specie appare in migliore stato di conservazione, è auspicabile il mantenimento di densità più elevate, pari a 20 coppie per 100 km² a scala di comprensorio, e a una sola coppia per km² su scala locale.
Fondamentale, dal punto di vista della conservazione della specie, appare mantenere in condizioni idonee i siti riproduttivi attualmente frequentati. In alternativa, è consigliabile predisporre, tra i mesi di febbraio e luglio, apposite cassette-nido, utilizzate dalle coppie nidificanti, su edifici ristrutturati o salvati dalla demolizione. Strutture più imponenti, come impianti industriali e cascinali agricoli dismessi, dovrebbero poi essere sottoposti a interventi di ristrutturazione “a rotazione”, per settori e periodi diversi, così che nel periodo riproduttivo non ci sia totale assenza di luoghi adatti alla deposizione delle uova. È inoltre opportuno, data la minaccia di folgorazione, mettere in atto opportuni interventi di messa in sicurezza degli elettrodotti in aree coltivate e di fondovalle.
Nello stesso tempo, è necessario mantenere e creare siti adatti alla riproduzione nelle aree agricole interessate da fenomeni di urbanizzazione crescente, nonché dalla costruzione di nuove infrastrutture quali strade e autostrade. Una problematica che interessa in modo particolare la Pianura Padana – con nuove autostrade e ferrovie in progetto – ma anche le regioni centrali e meridionali. Proprio in questi contesti sarebbe opportuno progettare lunghi tratti di strada in trincea e collocare opportuni pannelli a bordo della sede viaria – in particolare se questa è sopraelevata rispetto al piano di campagna – allo scopo di deviare verso l’alto le traiettorie dei rapaci.
Da non dimenticare l’azione di informazione verso gli agricoltori, a cui il Barbagianni può portare molti benefici. In effetti, parte della sua dieta è costituita da roditori e talpe, estremamente dannosi per le colture e i terreni agricoli. Ecco perché vano incoraggiate soluzioni come l’apposizione di cassette nido montate lateralmente rispetto ai fienili.