CROCIERE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCROCIERE

NOME SCIENTIFICO: Loxia curvirostra
 

Il loro aspetto singolare ha fatto sì che la fantasia popolare si sbizzarrisse. I crocieri sono conosciuti anche come “Uccelli di Cristo”: vengono così chiamati perché spesso li si può vedere nei giorni di Natale e una leggenda racconta che un Crociere avrebbe tentato di togliere le spine dalla corona che Gesù portava sulla croce: da qui il becco a forma di croce. Un altro nome popolare è “Uccello della gotta”: si credeva, infatti, che quest’uccello prendesse su di sé le malattie degli uomini, tra cui appunto la gotta…

Prospettive

Specie poco studiata, ad eccezione di contributi a carattere locale. Sarebbe quindi fondamentale avviare indagini sulla dinamica di popolazione e l’ecologia della specie nei diversi contesti e nei diversi ambienti frequentati, che generalmente coincidono con le foreste di conifere – anche di origine antropica – comprese tra i 1.000-1.200 e i 2.000-2.200 metri di quota.

La mancanza di parametri essenziali impedisce di stabilire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) anche per la popolazione alpina di questa specie, che spesso tende a nidificare in condizioni semi-coloniali. Per i nuclei isolati – nuclei appenninici e popolazione sicula – la formulazione di un FRV basato su tecniche di “population modelling” è altrettanto complicata, a causa della difficoltà di stimare correttamente numero delle riproduzioni per anno e successo riproduttivo.

Similmente ad altre specie legate agli ambienti forestali, appare in ogni caso evidente come anche il Crociere possa essere favorito da una gestione sostenibile degli ambienti idonei, ad esempio adottando tecniche selvicolturali compatibili che salvaguardino gli alberi più maturi e, in generale, volte ad evitare eccessivo disturbo e pressione antropica in periodo riproduttivo. Questo vale a maggior ragione in quei siti dell’Italia centro-meridionale che ospitano popolazioni molto isolate della specie, dunque maggiormente vulnerabili.