FRANCOLINO DI MONTE - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFRANCOLINO DI MONTE

NOME SCIENTIFICO: Bonasia bonasia
 

Il più piccolo della sua “famiglia”, il Francolino di monte si distingue per un udito estremamente sviluppato. Quando si sente minacciato si allontana dal bosco, di solito molto prima che cacciatori o semplici curiosi riescano a vederlo. Solo con molta fortuna è possibile udirne il canto o avvistarlo mentre “passeggia” su pascoli e radure, intento a procurarsi il cibo…

Minacce

A condizionare le popolazioni di Francolino di monte nel nostro Paese sono stati sostanzialmente l’alterazione e il disturbo agli habitat riproduttivi, i cambiamenti climatici, il bracconaggio, l’alta mortalità dei pulcini alla schiusa e la sovrappopolazione in concomitanza con periodi di scarsità di cibo. Solo parte di questi fattori può essere spiegata con “cause naturali”, per esempio la fluttuazione periodica delle popolazioni, abbastanza tipica in questa famiglia di uccelli.

Occasionalmente può essere favorito da episodi “eccezionali” quali incendi, forti tempeste di vento o di neve, in quanto episodi simili possono favorire la rinnovazione del bosco, particolarmente importante per questa specie. Resta il fatto che il Francolino di monte risente in modo particolare del disturbo e delle alterazioni ambientali dovute alle attività umane, in modo particolare quelle legate alle attività di gestione forestale e allo sfruttamento a fini turistici.

Anche altri cambiamenti nell’habitat solo indirettamente legati alla presenza umana – repentine variazioni nelle condizioni meteorologiche e nella relativa disponibilità di cibo – possono influenzare molto la vita della specie, con particolare riguardo alla possibilità di sopravvivenza dei pulli. Nelle condizioni attuali, le densità più favorevoli di Francolino di monte sulle nostre Alpi non superano le due o tre coppie ogni 100 ettari, con una spiccata dipendenza al bosco solo parzialmente antropizzato alternato a malghe e baite circondate da prati e pascoli.

A causa di questi fattori, l’areale di nidificazione della specie si è progressivamente ridotto. Gli stessi habitat tuttora idonei per il Francolino di monte non presentano le caratteristiche ideali per la specie, essendo compresi in aree particolarmente sfruttate a fini turistici, soggette a una gestione forestale intensiva e – allo stesso tempo – sempre meno utilizzate per pratiche agro-pastorali di tipo tradizionale.