FRANCOLINO DI MONTE - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFRANCOLINO DI MONTE

NOME SCIENTIFICO: Bonasia bonasia
 

Il più piccolo della sua “famiglia”, il Francolino di monte si distingue per un udito estremamente sviluppato. Quando si sente minacciato si allontana dal bosco, di solito molto prima che cacciatori o semplici curiosi riescano a vederlo. Solo con molta fortuna è possibile udirne il canto o avvistarlo mentre “passeggia” su pascoli e radure, intento a procurarsi il cibo…

Prospettive

La mole di dati a disposizione degli studiosi a proposito della biologia riproduttiva del Francolino di monte è meno elevata rispetto a quella raccolta per altre specie. “Colpa” del comportamento particolarmente elusivo di questo uccello, difficilissimo da osservare, essendo intollerante al disturbo e estremamente diffidente rispetto a ogni tipo di presenza umana.

Allo stesso tempo, la specie appare abbastanza legata ad attività umane essendo dipendente dalla presenza di prati e pascoli nei quali procurarsi il cibo. La progressiva perdita di biodiversità nelle nostre foreste – essendo la specie particolarmente dipendente dalla “produttività” del bosco – unita all’abbandono di molte attività agro-pastorali spesso sostituite dallo sfruttamento turistico potrebbe avere avuto, negli anni, conseguenze particolarmente nefaste sul Francolino di Monte.

È possibile individuare un valore di densità e proporlo come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie. A scala di comprensorio, una popolazione vitale a lungo termine di Francolino di monte dovrebbe contare almeno 3-4 coppie, almeno 6-10 su scala locale. Purtroppo, anche nelle zone più favorevoli la densità per 100 ettari non supera le 2 o 3 coppie.

Arrestare il declino delle popolazioni – tuttora in calo o soggette a evidenti fluttuazioni – e favorire il recupero di quelle attualmente sotto-dimensionate appare fondamentale per garantire la sopravvivenza della specie nel lungo periodo. In particolare, la protezione della specie passa dalla tutela del relativo habitat, soprattutto per quanto attiene la delicatissima fase riproduttiva, con tassi di mortalità dei giovani che risultano allo stato delle cose troppo elevati per sostenere le popolazioni nidificanti nel nostro Paese.