PICCHIO DALMATINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliPICCHIO DALMATINO

NOME SCIENTIFICO: Dendrocopos leucotos
 

I boschi di latifoglie dell’Abruzzo e del Gargano sono uno degli ultimi rifugi per il Picchio Dalmatino. Vermi, insetti, e tutte quelle specie che proliferano su vecchie cortecce o alberi in via di putrefazione sono parte fondamentale della dieta di questo uccello, particolarmente legato alle foreste di faggi, e alla parte“morta” della foresta. L’eccessiva “pulizia” dei boschi, tramite gestione forestale intensiva, può essere nociva per molte specie, e in particolare per questo colorato e molto localizzato Picchio, per il quale gli alberi marci o morti sono un’importantissima fonte di vita…

Minacce

La popolazione italiana di Picchio dalmatino appare stabile nell’ultimo ventennio. Attualmente consta di circa 250-350 coppie, di cui oltre il 70% concentrate nel Parco Nazionale d’Abruzzo, nel Lazio e nel Molise. A tale generale stabilità si accompagnano però fenomeni di locale decremento, con la specie che ha comunque beneficiato della progressiva estensione delle aree protette nell’Italia centrale e in particolare dell’ampliamento del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Prima di tale estensione la popolazione del Parco era stimata in appena 50 coppie, mentre dalla metà degli anni Novanta sono arrivate confortanti conferme sulla presenza della specie anche in altre aree, Velino-Sirente, Maiella, Terminillo, Nuria e Nurietta, oltre al Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e ai Monti Ernici e Simbruini. Altrove scarso e localizzato, è forse presente anche  sul Gargano, sebbene la specie sia da confermare.

L’estrema localizzazione si spiega con esigenze ecologiche particolarmente complesse, che consistono nella disponibilità di foreste mature, ben strutturate, eterogenee, ma soprattutto ricchissime di alberi morti, o di alberi vivi con ampie porzioni di legna morta. La tutela assicurata dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise alle foreste mature e alle piante morte in esse contenute costituisce probabilmente la principale motivazione della buona persistenza locale della specie, e spiega altresì come il Picchio dalmatino sia altrove sporadico o totalmente assente.

Tutte condizioni che appaiono in netto contrasto con la gestione tradizionale dei boschi, orientata alla produzione del legname. Per questo la specie risulta ad oggi confinata in aree remote o sottoposte a precisi vincoli di tutela, ed appare proprio questa dipendenza dalle piante “morenti” il principale fattore limitante per la specie, ostacolata altrove da una gestione forestale particolarmente intensiva o comunque non sempre attenta alle esigenze ecologiche di questa e di altre specie di uccelli selvatici legati agli ambienti forestali maturi.