PICCIONE SELVATICO - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliPICCIONE SELVATICO

NOME SCIENTIFICO: Columba livia
 

Nonostante non si tratti di una specie migratrice, il Piccione selvatico mostra una spiccata capacità di orientamento per ritrovare sempre la propria colombaia. Proprio per questo, il Piccione selvatico è stato addomesticato dall’uomo fin dall’antichità. Come i “piccioni viaggiatori”, da sempre utilizzati per trasportare messaggi fino all’invenzione del telegrafo. Le capacità di volo di un piccione e il suo “raggio d’azione” sono impressionanti: in condizioni di tempo ottimale, può percorrere anche 800 km a una media di 70 km l’ora, per ritornare alla colombaia di origine a cui rimane legato per tutta la vita… 

Prospettive

La specie in Italia è poco studiata. È dunque necessario implementare studi volti ad indagare distribuzione effettiva, dimensione delle popolazioni ed ecologia, biologia riproduttiva e – soprattutto – interazioni con individui e popolazioni rinselvatichite da parte dei nuclei selvatici superstiti.

Rispetto alla determinazione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie, possono essere distinti due principali areali, uno sardo e uno continentale. Quest’ultimo areale è probabilmente frammentato in sub-areali, almeno in parte discontinui e di difficile individuazione sulla base delle poche informazioni disponibili.

Si propongono pertanto due distinte analisi. Per la popolazione sarda – che conta verosimilmente più di 2.500 coppie – risulta impossibile proporre un FRV, non essendo noti i valori di densità. Per quelle continentali – tutte costituite verosimilmente da un numero inferiore di coppie nidificanti, anche se le scarse conoscenze impediscono una stima accurata – è possibile formulare un FRV basato su PVA, utilizzando i dati su età della pima riproduzione (1 anno), mortalità nota dei giovani (circa 43%) ed età massima (7 anni): in base a questi valori – e considerando anche il fatto che le popolazioni mediterranee depongono in media due covate all’anno – si può ipotizzare una produttività pari a 0,75 giovani per coppia per covata, quindi 1,5 giovani per coppia all’anno, ottenendo una MVP pari a circa 500 coppie e assumendo questo valore come FRV per le principali popolazioni continentali della specie.

Per il futuro, è necessario definire con maggior precisione localizzazione ed entità delle popolazioni selvatiche e analizzarne ecologia, biologia riproduttiva, interazioni con individui domestici rinselvatichiti. Da quest’ultimo punto di vista, è necessario favorire condizioni di isolamento delle popolazioni selvatiche ancora esistenti. Altre misure utili alla specie consistono nella limitazione del disturbo antropico presso i siti riproduttivi delle principali popolazioni selvatiche e nel mantenere sotto stretto monitoraggio la consistenza delle popolazioni inferiori a 500 coppie, evitando disturbo e possibili alterazioni ambientali presso i siti riproduttivi.