MAGNANINA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliMAGNANINA

NOME SCIENTIFICO: Sylvia undata
 

Grigio-nera come una lavagna, la Magnanina si mimetizza perfettamente con il folto della macchia mediterranea. Merito del piumaggio caratteristico, che si discosta da questa totalità solo nel ventre, tendenzialmente bruno-rossiccio. Ma anche delle abitudini fortemente “elusive” di questo uccello. Solo con molta fortuna è possibile osservarlo appollaiato su un cespuglio, con la lunga coda sollevata, intento a becchettare bacche, parte fondamentale della sua dieta al di fuori del periodo riproduttivo…

Prospettive

La Magnanina predilige isole e aree costiere, e per la gran parte nidifica non molto al di sopra del livello del mare. Fanno eccezione le aree più meridionali dell’areale, dove la specie può nidificare anche a quote abbastanza elevate, fino a 1.500 m. Nonostante l’intolleranza agli inverni troppo rigidi, in cui si assiste a un calo anche importante delle popolazioni, la Magnanina mostra buone capacità di ripresa, e risulta il più delle volte in grado di recuperare rapidamente la propria consistenza in poche stagioni.

Oltre alle variazioni del clima – che spiegano buona parte delle fluttuazioni riscontrate nella popolazione peninsulare – emerge la netta dipendenza della Magnanina da particolari formazioni quali l’Erica scoparia – i cosiddetti scopeti – sia, aree a macchia mediterranea ben strutturata, con presenza di Cistus, Myrtus, Rubus . Sulla base dei dati di densità riscontrati nelle aree più favorevoli – 10-12 coppie per 10 ettari negli “scopeti” toscani, altrettante nella macchia mediterranea dell’isola di Montecristo per soli 500 m lineari – è possibile fissare quale Valore di Riferimento Favorevole (FRV) una densità su scala locale pari a 12-13 coppie ogni 10 ettari.

In ambienti particolarmente favorevoli – macchia costiera fitta e relativamente bassa – la densità di coppie nidificanti non dovrebbe poi scendere al di sotto della soglia di 20 coppie per 10 ettari, mentre su scala di comprensorio si può suggerire un valore di 50 coppie per km², più sulla base di confronti con le popolazioni europee che grazie a informazioni dettagliate sulla popolazione italiana, di cui mancano totalmente approfondimenti su parametri demografici e riproduttivi.

Oltre all’incremento di conoscenze, che potrebbe portare a formulazioni più accurate e specifiche di target di conservazione a medio termine, risulta indubbiamente importante, per garantire la persistenza delle popolazioni di Magnanina, la tutela degli ambienti da essa frequentati da ogni tipo di alterazione antropica. Un’azione di conservazione che dovrebbe essere indirizzata sia verso la macchia mediterranea vera e propria sia verso i cosiddetti “scopeti”, preferiti, solitamente, nelle aree interne. Una densità minima di 10 maschi territoriali ogni 10 ettari rappresenta comunque l’obiettivo minimo di conservazione per il consolidamento delle singole popolazioni nidificanti.