MAGNANINA
NOME SCIENTIFICO: Sylvia undataGrigio-nera come una lavagna, la Magnanina si mimetizza perfettamente con il folto della macchia mediterranea. Merito del piumaggio caratteristico, che si discosta da questa totalità solo nel ventre, tendenzialmente bruno-rossiccio. Ma anche delle abitudini fortemente “elusive” di questo uccello. Solo con molta fortuna è possibile osservarlo appollaiato su un cespuglio, con la lunga coda sollevata, intento a becchettare bacche, parte fondamentale della sua dieta al di fuori del periodo riproduttivo…
Stato di salute
La Magnanina risulta fortemente minacciata sia all’interno dei confini dell’Europa a 25, sia più in generale su scala continentale. Piuttosto sconfortante il quadro restituito dalle rilevazioni condotte negli ultimi 30-40 anni, da cui emerge un largo declino della specie tra il 1970 e il 1990.
Non molto conosciuto il trend più recente, anche se è evidente il ruolo dell’Unione Europea per la sua conservazione, essendo gli 1,9-3,7 milioni di coppie attualmente nidificanti pari all’intera popolazione continentale e a oltre il 95% di quella globale della specie. L’Italia, pur ospitando un contingente molto modesto – 10-30mila coppie, pari a poco meno dell’1% della popolazione Ue – ha dunque un ruolo comunque significativo nella conservazione della specie, essendo la sua tutela prioritaria in tutta l’Ue.
Rare le ricatture di individui inanellati, il che rende i dati raccolti non molto significativi dal punto di vista statistico. Un picco di ricatture si concentra in ogni caso in coincidenza con il transito primaverile di individui migratori, anche se emerge come predominante l’abitudine stanziale di questo uccello anche tra le popolazioni che occupano le porzioni più settentrionali dell’areale.
La popolazione nidificante italiana appare stabile tra il 1990 e il 2000, pur con conoscenze ancora scarse per scommettere sul trend reale di stabilità. Senza dubbio, la Magnanina era storicamente più diffusa in Italia, per esempio in Toscana, dove la popolazione nidificante non raggiunge probabilmente le 5mila coppie ed è soggetta a fluttuazioni notevoli in caso di inverni particolarmente rigidi. Meno di 500 coppie sono presenti in Molise, con popolazione in evidente decremento. Molto rara in Basilicata, gran parte della popolazione siciliana si trova invece in larga parte concentrata sui monti Peloritani, sulle Isole Eolie, a Marettimo e Pantelleria.