GHIANDAIA
NOME SCIENTIFICO: Garrulus glandariusInconfondibile nell’aspetto – soprattutto grazie all’azzurro intenso, picchiettato di nero, delle penne che presenta sopra le ali – la Ghiandaia trascorre tutta la vita tra le fronde degli alberi, in particolare sulle querce con sottobosco e sulle conifere. Molto di rado si avventura sui terreni aperti, e di solito lo fa solo se questi si trovano vicino ai boschi o, almeno, a una macchia di alberi. Il suo territorio è relativamente ampio, pari a circa 25 ettari. In particolare, quando non trovano cibo a sufficienza, le popolazioni che abitano i climi più rigidi migrano verso territori più miti e, in questi casi, è possibile osservarle anche in gruppi discretamente numerosi…
Minacce
Pur estremamente adattabile a differenti tipologie di boschi, è stato osservato come la specie sia sensibile a fenomeni di frammentazione forestale. I dati sulla distribuzione mostrano infatti una presenza abbastanza costante lungo tutta la fascia collinare ai piedi delle Alpi e lungo l’intero crinale appenninico, fino ai Monti Peloritani e Nebrodi (con densità anche superiori alle 2 coppie ogni 10 punti fra i 500 e i 1.250 metri di quota). È tuttavia assente da ampie porzioni della Pianura Padana e dell’Italia sud-orientale. Da questo punto di vista – e in virtù anche della facilità di identificazione sul campo – la specie potrebbe essere un buon indicatore o target per pianificazioni di reti ecologiche.
A scala biogeografica, sono state raccolte diverse evidenze di locali incrementi, spesso però accompagnati, negli ultimi anni, da contrazioni di areale (come in Lombardia, dove alle 4.600 coppie censite in media tra il 1992 e il 2007, con tendenza all’aumento, si è accompagnata la scomparsa della specie praticamente da tutti gli ambienti coltivati). Stabile in Toscana, ha mostrato progresso notevole nell’area periurbana di Firenze (più 167% rispetto al 1997-1998). Ampie fluttuazioni sono state registrate nel resto dell’Italia centrale (specialmente in Umbria) mentre in Sicilia la specie risulta in aumento sia in termini assoluti sia in termini di areale.
Dal punto di vista del successo riproduttivo, sono disponibili dati di dettaglio per diverse popolazioni europee. Nel Regno Unito, ad esempio, il successo di schiusa aumenta con il procedere della stagione, probabilmente a causa della crescita del fogliame che nasconde meglio i nidi, riducendo l’incidenza della predazione, dovuta principalmente a Gazza, Cornacchia grigia e nera e Scoiattolo. Sensibile anche al disturbo antropico – che può influenzare negativamente l’esito della riproduzione – i dati noti restituiscono un tasso d’involo pari al 38% su 181 uova, per la popolazione russa, e a 2,5 giovani per ogni covata, in Romania (tasso che sale a 5,4 giovani se si escludono i fallimenti completi delle covate). Mancano invece completamente informazioni sui fattori influenzanti il successo riproduttivo per la popolazione italiana.